Fiumi di ghiaccio
Londra – In Antartide, alla fine dell’ultima era glaciale, dodicimila anni fa, il ghiaccio si era ritirato fino a 50 metri al giorno, dieci volte più velocemente rispetto al ritmo con cui si sta ritirando adesso. La scoperta indica che se il cambiamento climatico continuerà a indebolire le piattaforme glaciali, simili tassi di scioglimento si potrebbero verificare anche in futuro con conseguenze sul livello del mare. Il risultato si deve ai ricercatori dell’università britannica di Cambridge. “Ora sappiamo – osservano – che il ghiaccio è in grado di ritirarsi a velocità molto più elevate di quelle che vediamo oggi. Se il cambiamento climatico continuerà a indebolire le piattaforme glaciali nei prossimi decenni, potremmo vedere simili tassi di ritiro, con profonde implicazioni per l’innalzamento del livello del mare”.
La scoperta si è basata sullo studio delle impronte che le antiche piattaforme di ghiaccio hanno lasciato sul fondale antartico del mare di Weddell e che sono state identificate da un drone subacqueo. Si tratta di strutture ondulate simili ai gradini di una scala sul fondo del mare, distanziate tra i 20 e i 25 metri, risalenti a circa dodicimila anni fa. Le impronte sono state lasciate dal ghiaccio mentre veniva mosso verso l’alto e verso il basso dalle maree. Supponendo un ciclo standard di 12 ore tra l’alta e la bassa marea e misurando la distanza tra le strutture, è stato possibile determinare la velocità con cui il ghiaccio si è ritirato alla fine dell’ultima era glaciale. È risultato che il ghiaccio si è ritirato con un ritmo compreso fra 40 e 50 metri al giorno, che equivale a più di 10 chilometri all’anno.