Sanzioni Usa alla Cina
Washington/Pechino – Sanzioni al settore finanziario, fine delle esenzioni commerciali per Hong Kong poiché ormai “non è più autonoma”, sanzioni ai dirigenti locali coinvolti nel colpo di mano cinese, e divieto d’accesso negli Stati Uniti per i cittadini cinesi considerati ‘un rischio per la sicurezza nazionale’; è questa la risposta di Donald Trump contro il giro di vite della Cina sull’ex colonia britannica, cruciale porta commerciale e piazza finanziaria per il Dragone. Una escalation della nuova ‘guerra fredda’ con Pechino, dopo la battaglia sui dazi e le accuse per aver nascosto l’epidemia di coronavirus. La Cina si è detta pronta a contromisure e come prima risposta potrebbe ridurre o bloccare le sue importazioni di prodotti agricoli dagli Stati Uniti, colpendo uno dei principali serbatoi elettorali di Trump.
La decisione arriva mentre cresce la condanna internazionale. Al consiglio di sicurezza dell’Onu la Cina ha bloccato la richiesta di un incontro urgente da parte di Washington e Londra. “Qualsiasi tentativo di usare Hong Kong per interferire negli affari interni della Cina è destinato al fallimento”, ha avvisato l’ambasciatore cinese Zhang Jun. Mentre il generale Li Zuocheng, capo del Dipartimento congiunto e membro della Commissione militare centrale, ha avvertito che “se si perde la possibilità di riunificazione pacifica” con Taiwan, “l'Esercito popolare prenderà tutte le misure necessarie per distruggere trame o azioni separatiste”. Londra ha da parte sua minacciato visti più facili e percorso agevolato verso il passaporto britannico per i cittadini di Hong Kong se Pechino procederà unilateralmente. Il passo riguarderebbe circa 300mila abitanti già in possesso del documento di British National (Overseas) una sorta di secondo passaporto che al momento consente ai titolari solo di visitare il Regno Unito senza visto per periodi fino a sei mesi, senza metterne in discussione la nazionalità cinese esclusiva.