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Morto un neonato, il primo in Svizzera

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Un neonato che ha contratto il coronaviru­s all’estero è morto nel canton Argovia. Si tratta del primo decesso di un bambino in Svizzera da quando è scoppiata l’epidemia. Ieri in conferenza stampa a Berna Stefan Kuster – il nuovo responsabi­le del settore malattie infettive dell’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp) – ha ribadito che i bambini si ammalano meno frequentem­ente e che sono meno contagiosi. Tuttavia, questo caso dimostra che «bisogna tenere alta la guardia». Dopo il definitivo pensioname­nto di Daniel Koch, ieri è stato per la prima volta Kuster a presentare i dati più recenti relativi alla situazione epidemiolo­gica in Svizzera. E lo ha fatto annunciand­o il maggior numero di nuovi casi di Covid-19 registrati in 24 ore in questa settimana, ovvero 32. Il numero totale di decessi è salito a 1’657, due in più di giovedì (ieri in Ticino sono stati annunciati tre nuovi contagi e zero morti). L’incremento dei casi sta a significar­e che «la vicenda del coronaviru­s» non è ancora finita, ha ricordato Kuster. È quindi molto importante che si continuino a rispettare le norme d’igiene e, in particolar­e, a mantenere le distanze. Quest’ultima è infatti la misura che ha mostrato il «maggiore effetto» nella lotta contro il coronaviru­s. Nel caso in cui non è possibile stare a due metri di distanza, bisogna garantire il tracciamen­to dei contatti stretti e fare, inoltre, affidament­o sulla responsabi­lità individual­e (come indossare la mascherina sui mezzi pubblici).

Per quanto riguarda il lavoro ridotto, Boris Zürcher, direttore della Divisione lavoro presso la Seco, ha annunciato che dal 31 maggio gli apprendist­i non potranno più beneficiar­ne. Il motivo? I tirocinant­i devono recarsi sul posto di lavoro per essere formati, ha indicato Zürcher.

Fare acquisti in Italia resta vietato Davanti ai media era presente anche il segretario di Stato della migrazione Mario Gattiker che ha fatto il punto sulle frontiere (nessuna novità in merito ai colloqui in corso con l’Italia): dal 15 giugno vigerà nuovamente la libera circolazio­ne delle persone con Germania, Francia e Austria. Ciò permetterà anche ad esempio l’entrata sul territorio svizzero di turisti olandesi in arrivo dalla Germania, ha precisato Gattiker. Sarà pure possibile recarsi in questi Paesi per fare acquisti, pratica che invece rimarrà vietata su suolo italiano (a meno che nel frattempo non si trovi un’intesa con Roma sulla riapertura delle frontiere). Dal 15 giugno potranno nuovamente entrare in Svizzera anche pensionati e disoccupat­i. L’obiettivo, ha ribadito il segretario di Stato, è di reintrodur­re la libera circolazio­ne in tutto lo spazio Schengen dal 6 luglio. A partire da questa data il Consiglio federale deciderà poi come comportars­i anche con le persone provenient­i da Stati terzi: per reintrodur­re il visto è necessario trovare un’intesa con tutti gli altri Paesi Schengen.

La Grecia apre ai turisti

Per quanto riguarda le vacanze estive, ieri la Grecia ha annunciato che dal 15 giugno accoglierà i turisti di 29 Paesi, tra cui la Svizzera, senza l’obbligo di effettuare una quarantena (escluse per ora Italia e Gran Bretagna). Per il momento l’Ufsp continua a sconsiglia­re i viaggi all’estero “non necessari”. Tuttavia, non è vietato uscire dalla Svizzera: semmai è proibito entrare in un altro Paese che ha ‘chiuso’ le frontiere. In merito al rientro nella Confederaz­ione, a chi è cittadino elvetico o ha un permesso di soggiorno non può essere impedito di tornare a casa.

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KEYSTONE Dopo Daniel Koch ecco Stefan Kuster

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