laRegione

Un camion di ricordi

Che quest’anno di vacanze al mare non se ne faranno proprio, alla moglie e ai figli lui non l’ha ancora detto. Spera ci arrivino da soli (come sempre).

- DI GIANCARLO FORNASIER “E la chiamano estate, questa estate senza...”.

Uomo medio senza infamia e senza gloria, Luigi quest’anno rinuncia alle vacanze al mare. No, non è stacanovis­mo, è proprio che tra lavoro ridotto e cantieri fermi, di budget destinati alla spiaggia non ce ne sono. “Certo che sarebbe meglio non rischiare di muoversi di ’sti tempi...”, ha accennato alcuni giorni fa a tavola. Ma tutti erano presi (evidenteme­nte) da altro; solo la moglie ha alzato lo sguardo, sbilenco, aspettando­si che il concetto si sviluppass­e. Ma c’era poco da dire: Luigi è un uomo pratico – il che sopperisce a una scarsissim­a fantasia, endemica a sentire i figli – e dunque ha creato nottetempo un paio di “opzioni”. La prima è la condivisio­ne della casa di vacanza in alta valle (6 locali e bagno esterno) con la famiglia del fratello Giacomo; la seconda è approfitta­re dei contributi promessi dallo Stato per passare una settimana nell’Oberland bernese... e naturalmen­te rendere visita agli zii materni. In entrambi i casi i limiti sono legati all’incognita “legami familiari” e alle non idilliache relazioni maturatesi negli ultimi anni (leggi tasse di succession­e ed eredità).

Pressato dal suo datore di lavoro, l’altra sera Luigi ha dovuto mettere alle strette moglie e figli per programmar­e le ferie: tra un bastoncino di pesce e due patate bollite, ha estratto le sue carte. Ma le cose (era chiaro) non sono andate benissimo. Diciamo che i bastoncini di pesce sono spariti subito verso il salotto e lui è rimasto solo, seduto sulla sedia, con mezza ciotola d’insalata e il tappo del tubetto della maionese. Mentre alla tv qualcuno cantava:

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