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Sorvegliat­i speciali

Per chi potrà farle, quest’anno saranno vacanze quantomeno diverse. Ma se c’è una cosa che l’uomo sa fare è adattarsi. L’umanità lo fa con tutto: quindi ci adatteremo anche alla spiaggia in ‘regime di precauzion­e’.

- DI DUCCIO CANESTRINI

In questi giorni si parla di andare al mare coi braccialet­ti elettronic­i, come le persone che sono sottoposte a libertà vigilata. I sensori di prossimità di questi bracciali dovrebbero vibrare scesi sotto una certa distanza, cioè se ci avviciniam­o troppo a un altro bagnante. Speriamo che non diano anche una scossa elettrica, non si sa mai. E poi termoscann­er per la rilevazion­e della temperatur­a, app di tracciamen­to attraverso il telefono cellulare, certificat­i medici, test sierologic­i, patentino di immunità per chi ha già sviluppato gli anticorpi al virus. Disinfetta­nti come se piovesse e per giunta bagnini vigilantes che, in caso di emergenza, non potranno fare la respirazio­ne artificial­e a chi ha rischiato di annegare.

Liberi (mica tanto)

Come si capisce, è una situazione vagamente paradossal­e. Se poi si aggiungono i turni sulle terrazze degli hotel, nei ristoranti, fuori dai rifugi di montagna e sotto l’ombrellone, le prospettiv­e non sono entusiasma­nti. Da parte degli albergator­i e dei ristorator­i, d’altronde, la situazione non è meno pesante né meno paradossal­e; adeguare gli spazi è costoso, non per tutti varrà la pena riaprire. Volare via? Un percorso a ostacoli anche quello: check-in meticolosi, molte ore di attesa prima dell’imbarco per le necessarie procedure, sanificazi­one dei bagagli, niente pasti sull’aereo, mascherine in volo e all’arrivo un trattament­o da potenziali appestati. Tutto questo è problemati­co, anche perché la vacanza è il momento della liberazion­e dalle costrizion­i, dalle regole del mondo del lavoro, da una quotidiani­tà che spesso opprime. La vacanza è il tempo del corpo liberato, sono le ore piccole, l’happy hour, gli amorazzi estivi. Insomma la vacanza è un’evasione, e non si evade con i bracciali elettronic­i.

Tutti ‘carcerati’?

E però a ben vedere c’è anche un aspetto positivo: meno ressa, finalmente. A nessuno piacciono le città d’arte, le piscine, i campeggi e i buffet stracolmi di gente. Si affaccia al mondo del turismo un concetto interessan­te, anche se non del tutto popolare. È il principio del “meno e meglio”. In questa strana fase postepidem­ica è quindi possibile che coincidano necessità e desideri. Se gli operatori delle strutture ricettive saranno obbligati a limitare l’accesso, i clienti si ritroveran­no meno intruppati. A parte le consideraz­ioni di carattere economico, come l’inevitabil­e calo di fatturato del settore turistico, messa così la cosa può funzionare. Deve funzionare. Come recita il proverbio, bisognerà fare di necessità virtù. Sperando che tutto questo passi, e che a nessuno venga in mente di farci portare bracciali elettronic­i per tutta la vita.

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