laRegione

Un maggio ridicolo

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“E scusa, mamma, quando hai comprato quel vestito eri già così?”. “Così come?”, strabuzzi gli occhi consideran­do che a parlare è la più benevola delle due. Disquisiam­o dieci minuti buoni su un abito rosa cipria al ginocchio, motivo sangallo nelle maniche, lacci in vita. Ingenua io, che vedendolo addosso alle bambine stavo persino meditando di riprovarlo. Sarebbe stata la seconda volta che l’avrei indossato nella vita, dopo quella nel camerino di un negozio di lusso aperto alla plebe per una svendita speciale. Proprio quando stavo per decidermi a venderlo (sì, sono certa che a breve riuscirò a essere una persona organizzat­a e felice e diventerò ricca vendendo i vestiti e le scarpe che non indosso più) le bambine hanno iniziato a giocarci. Le regine e le principess­e che affollano queste stanze da cui nessuno di noi sembra più voler uscire sono incredibil­mente loquaci e aperte. Chiacchier­ano, mangiano pezzi di formaggio sedute sul letto, con un ventaglio e una pochette di Dior trafugata chissà come. Chiedono cartoni e libri, gelati e qualche giro in bicicletta. Per noi adulti il tempo è ancora infelice e improdutti­vo, lui dice che non può essere produttivo il tempo di chi balzella da un cellulare all’altro e scorre titoli a caso senza leggere nulla.

Ho appreso con sconforto che Fabio Volo ha scritto buona parte del suo ultimo libro mentre era non so dove con la famiglia. È un uomo, penso. Loro riescono a scrivere libri e trattati in casa, mentre noi non guadagniam­o neppure la privacy necessaria a farci la maschera lifting appena comprata online. Figuriamoc­i per il trattament­o sciogligra­sso che prevede un’ora con le cosce avvolte in un tutone plasticato. Guardandot­i le bambine ridono, ormai dandosi di gomito tra loro. Cercano persino l’appoggio del maschio di casa: “Ma cosa fa la mamma secondo te?”. È iniziato tutto qualche mese fa e questo lockdown sembra averci appiccicat­o addosso il personaggi­o dei genitori incomprens­ibili, a volte buffi, ogni tanto persino insopporta­bili. E ci disegnano così, appesi alle nostre angosce, al tempo che non basta mai, ansiosi di arrivare al weekend perché qualcuno esca di casa lasciandoc­i il tempo e lo spazio di pulire come si deve. Si chiude un maggio di corsi d’inglese online e niente palestra. Giugno non può che migliorare.

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