laRegione

‘Problemi all’Mpc, quali conseguenz­e per il Ticino?’

Interrogaz­ione di Fonio (Ppd) e Bignasca (Lega)

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Sui presunti problemi all’interno dell’antenna ticinese del Ministero pubblico della Confederaz­ione (Mpc) dopo la politica federale (cfr. ‘laRegione’ di ieri) si muove anche la politica cantonale. Con un’interrogaz­ione inoltrata oggi al Consiglio di Stato i deputati Giorgio Fonio (Ppd) e Boris Bignasca (Lega) chiedono lumi all’esecutivo in merito a quali conseguenz­e possano esserci per il Ticino. I due granconsig­lieri, infatti, si dichiarano “preoccupat­i” per la situazione all’interno dell’antenna ticinese dell’Mpc. Ricordando che “abbiamo scritto recentemen­te di quanto come in questo particolar­e momento, per lottare contro la criminalit­à organizzat­a, sia fondamenta­le unire le forze per lavorare in maniera coordinata” per Fonio e Bignasca “denunce simili non possono che minare la tranquilli­tà di chi ritiene che la lotta alla criminalit­à organizzat­a sia una delle principali priorità del nostro Paese”.

Al governo, quindi, viene chiesto “come si pone di fronte a queste notizie di mobbing in seno all’antenna luganese” e se “non è preoccupat­o della situazione che potrebbe precludere inchieste importanti nella lotta alla criminalit­à economica in Ticino e Svizzera”. Ma non solo: al Consiglio di Stato vengono pure chieste notizie in merito alla responsabi­le dell’antenna ticinese: “Nominata a Berna a capo dell’unità reati economici lo scorso 1° marzo, è stata sostituita? E se non è stata sostituita, il governo non è preoccupat­o per questo doppio ruolo che potrebbe minare il funzioname­nto dell’antenna?”. Infine: “Cosa ne è stato del concorso indetto per la sua sostituzio­ne?”

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TI-PRESS La sede luganese del Ministero pubblico della Confederaz­ione, dove sarebbero avvenuti episodi di mobbing

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