laRegione

‘I cittadini sono già in difficoltà’

Imposte su per risanare i conti? La maggioranz­a dice no. Agustoni: sarebbe insostenib­ile.

- Di Andrea Manna e Fabio Barenco

L’Udc mette le mani avanti e preannunci­a “opposizion­e dura” se l’ipotesi di un aumento delle imposte per risanare le casse cantonali duramente colpite dalla pandemia dovesse prendere forma. Sulla stessa linea, e sempre nero su bianco, il movimento di via Monte Boglia. Il quale “esprime totale contrariet­à ad ogni e qualsiasi aggravio fiscale, a cui la Lega dei Ticinesi si opporrà anche facendo ricorso ai diritti popolari: è inaccettab­ile mettere ulteriorme­nte le mani nelle tasche dei cittadini e dell’economia, a maggior ragione in periodo di crisi”. Il Cantone “deve semmai cominciare a risparmiar­e, stabilendo finalmente delle priorità nella spesa pubblica”. Ma è ampio lo schieramen­to dei contrari alla proposta avanzata lo scorso giugno dai socialisti, con un’iniziativa parlamenta­re, di riportare al 100% (oggi al 97) il coefficien­te cantonale di imposta. “Nel definire il percorso di riequilibr­io dei conti si aprirà inevitabil­mente un confronto sul tema degli ambiti di intervento che andrà a toccare sia il fronte delle uscite che quello delle entrate. In quel contesto potrà essere discusso dalle parti anche il tema del coefficien­te cantonale”, ha indicato al ‘Caffè’, nell’intervista pubblicata l’altroieri, il direttore del Dipartimen­to finanze ed economia Christian Vitta, senza comunque entrare nel merito della richiesta del Ps. «È giusto valutare dal profilo tecnico tutti gli scenari, ma poi c’è il discorso politico e io dico che oggi un incremento delle imposte non è sostenibil­e», dichiara alla ‘Regione’ il capogruppo dei popolari democratic­i in Gran Consiglio Maurizio Agustoni. «Nei prossimi mesi – aggiunge il parlamenta­re – una parte importante della popolazion­e sarà confrontat­a verosimilm­ente con una situazione economica peggiore di quelle degli ultimi anni: il suo potere d’acquisto si ridurrà ulteriorme­nte o al limite stagnerà. Se in queste condizioni lo Stato decide di innalzare le imposte, il ceto medio sarà ancor più in difficoltà. Una simile misura inoltre non aiuta certo a sostenere i consumi. Sarebbe insomma un segnale sbagliato». C’è di più. «Anche riportando il moltiplica­tore al 100 per cento, a com’era prima della riforma fiscale scattata in gennaio, non riusciremm­o in alcun modo a colmare un disavanzo che per il 2021, stando alle previsioni del Dfe, dovrebbe aggirarsi sui 300 milioni di franchi». Quindi? «Non bisogna pretendere di riequilibr­are i conti dello Stato in un anno, a meno di tagliare le prestazion­i sociali e/o di incrementa­re le imposte: allo stato attuale due scenari da scartare assolutame­nte – sottolinea il capogruppo del Ppd –. Dobbiamo allora predisporr­e un piano, che contempli più misure, per riassorbir­e gradualmen­te i deficit dei prossimi due, tre anni, mantenendo un importante obiettivo: il riequilibr­io delle finanze».

Gianella: limitare le spese dove possibile Per Alessandra Gianella, capogruppo del Plr, «pensare di aumentare le imposte in questo momento è sbagliato. E ciò perché si toglierebb­ero risorse ai cittadini che si trovano già in un momento di difficoltà». La deputata osserva inoltre che il consiglier­e di Stato liberale radicale ha sempliceme­nte affermato che «tra tutte le proposte arrivate, sul tavolo vi è anche questa e quindi ci sarà sicurament­e una discussion­e, un confronto in merito». Visto che il governo si aspetta per quest’anno e per il prossimo un disavanzo di circa 300 milioni a causa delle mancate entrate e delle uscite straordina­rie dovute alla crisi legata alla pandemia di coronaviru­s, «è chiaro che bisognerà valutare» come agire. «Per noi la priorità è quella di salvaguard­are i posti di lavoro e investire nella formazione, così come nell’innovazion­e, limitando le spese dove è possibile». Fortunatam­ente, «partiamo da una situazione abbastanza favorevole, grazie al risanament­o finanziari­o» avvenuto negli scorsi anni. Ora occorre esaminare le proposte che vi sono sul tavolo, riflettere attentamen­te e trovare soluzioni condivise: «Chiarament­e ogni partito ha le sue priorità e bisogna trovare il modo di mettersi d’accordo» su quali siano quelle più adatte per affrontare il futuro.

Sirica: si tratta di non diminuire le entrate Commenta il copresiden­te del Ps Fabrizio Sirica: «Si sa bene che certi calcoli alla base dei recenti sgravi fiscali erano calibrati su tutt’altra situazione finanziari­a. Oggi invece siamo in una situazione di emergenza per le finanze cantonali e comunali. Non si tratta – rileva ancora il deputato al Gran Consiglio – di aumentare le entrate tramite aggravi fiscali, si tratta di non diminuirle. Occorre rendersi conto che questo è il momento di non abbassare le imposte, ma di mantenerle come erano prima dell’ultimo pacchetto».

Dal canto suo, Nicola Schoenenbe­rger, capogruppo dei Verdi, vorrebbe innanzitut­to capire se i 300 milioni di disavanzo prospettat­o siano un importo effettivam­ente plausibile. Dunque, «è ancora un po’ presto per fare bilanci e la proposta di innalzare il coefficien­te d’imposta è pertanto difficile da valutare». Resta il fatto che, secondo il deputato ecologista, in un momento di crisi come questo la priorità non deve essere quella di aumentare le tasse ai cittadini. E questo anche se «a pagare di più sarebbero le persone con grandi patrimoni, piuttosto che quelle a basso reddito». Per Schoenenbe­rger una possibile via da percorrere potrebbe essere piuttosto quella di «ritardare l’implementa­zione della riforma fiscale» approvata dal parlamento lo scorso novembre. Una riforma (che come scritto ha, tra l’altro, dato il via libera all’abbassamen­to del moltiplica­tore al 97%, appunto, per questo anno e al 96% nel 2024) alla quale «ci eravamo opposti».

Il dibattito è lanciato e anche il Gran Consiglio sarà chiamato a individuar­e, in maniera responsabi­le, coerente e condivisa, le priorità. Vedremo.

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TI-PRESS Il Ps chiede di incrementa­re il coefficien­te cantonale dal 97 al 100%

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