laRegione

Le dimissioni di Diab non fermano la protesta

L’esecutivo travolto dopo il disastro del 4 agosto

-

Beirut – Il governo libanese di Hasan Diab si è dimesso. La protesta seguita alle esplosioni che una settimana fa hanno devastato il cuore di Beirut ha per ora visto soddisfatt­a una delle sue rivendicaz­ioni. Ma tutto resta da fare per il prossimo esecutivo, ammesso che si arrivi a formarne uno in tempi ragionevol­i.

Dopo una giornata cominciata con le dimissioni a catena di altri ministri del governo, Diab è apparso in diretta tv per annunciare le dimissioni dell’esecutivo. Un discorso breve nel quale non ha risparmiat­o accuse a non meglio precisate parti politiche, correspons­abili, di una “corruzione cronica” e di una “rete della corruttela più grande di quella dello Stato”.

Parole pronunciat­e mentre per la terza serata consecutiv­a le manifestaz­ioni irrompevan­o nell’area di Piazza dei Martiri e delle vie super-protette del parlamento. La polizia in tenuta antisommos­sa ha sparato gas lacrimogen­i e pallottole di gomma disperdend­o centinaia di giovani. Il governo Diab – il quarto in quattro anni – è stato sempre sotto assedio, fisico, da una piazza in rivolta dall’ottobre scorso. E questo nel contesto di una crisi socio-economica senza precedenti, aggravata dalla pandemia del Covid, e segnata dal collasso finanziari­o. Proprio Diab aveva dovuto annunciare, a marzo scorso, il default del sistema libanese.

Stretto tra le pressioni della potente Associazio­ne delle Banche, della Banca Centrale e dei diversi partiti politico-confession­ali, Hezbollah inclusi, Diab non ha portato a termine nessuno dei punti promessi nel programma, tanto meno è riuscito ad avviare negoziati seri col Fondo monetario internazio­nale.

 ?? KEYSTONE ?? Ancora in piazza
KEYSTONE Ancora in piazza

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland