Un crescendo senza macchia
Susan ha fatto di più che averla come punto di riferimento: come la sangallese, anche la ticinese ha centrato un eccellente en-plein nel weekend di semifinali e finale di Winterthur: due singolari e due doppi (con Bencic) vinti, due tie-break di spareggio vinti (sempre con Belinda a fianco). Insomma, se Bencic era attesa ad altissimi livelli, in una competizione senza grandi stelle del firmamento tennistico in cui era lecito chiederle di vincere tutte le partite, Susan si è superata, contribuendo al successo della squadra di Tricerri con punti rivelatisi tutti fondamentali, in singolare o doppio che fosse. La sua è stata una crescita, incontro dopo incontro, con il culmine delle prestazioni in quel di Winterthur. «Dopo il match contro Svenja Ochsner (2° turno, ndr) – ricorda Susan – mi ero buttata giù, non mi aspettavo grandi cose. Avevo perso un po’ di fiducia. Contro il Grasshopper ho perso contro Kathinka Von Deichmann. Pur lottando e cedendo solo al terzo, ho giocato maluccio. Contro il Kreuzlingen (quinto e ultimo impegno prima delle finali, ndr) ho disputato una buona partita, vinta 6-1 61. Alle finali volevo fare bene, volevo vincere. È come se avessi tirato fuori al momento giusto tutto quello che avevo dentro. In semifinale ho vinto il singolare 6-3 6-0. Inizialmente, non ero io quella deputata a giocare il doppio con Belinda, avrebbe dovuto essere Conny Perrin. La neocastellana, però, non era al meglio per un problema alla spalla e ha rinunciato. Ero felice di poter giocare anche il doppio. Lo volevo, stavo bene, volevo vincere. Inoltre, non capita tutti i giorni di giocare a fianco di Belinda. Ero contenta che toccasse a me. È andata benissimo».
Spalla all’altezza Il problema fisico di Perrin, numero due della squadra (in finale ha giocato per onor di firma) ha investito Susan Bandecchi della responsabilità del secondo punto in singolare, posto che Belinda garantiva il primo. E del peso derivante dal fungere da spalla della sangallese nel doppio forte, quello da vincere. Quello che poi è da schierare in caso di spareggio, come successo con esito molto positivo sia in semifinale sia in finale. «Entrare in campo sullo 0-2 in entrambe le occasioni non è stato semplice, ma io volevo proprio vincere, volevo arrivare fino in fondo e ho dato tutto quello avevo per riuscirci. In finale, poi, ero felice di affrontare nuovamente Von Deichmann in singolare: ero certa che stavolta l’avrei affrontata nel modo giusto. È andata molto bene (successo in due set 6-4 6-1, ndr). Pensare che non l’avevo mai sconfitta prima: quattro incroci, quattro sconfitte».
Ora, per Susan Bandecchi un po’ di vacanza, in attesa di riprendere la stagione sul circuito. «Mi riposo un po’, anche perché nemmeno io ero fisicamente al cento per cento, ho stretto i denti. Passerò qualche giorno al mare, poi tornerò in Svizzera per la fisioterapia, per poi riprendere a giocare quando starò di nuovo bene. Non ho poi tutta questa fretta, alla luce della situazione attuale. I miei piani prevedono la partecipazione ai tornei Itf in calendario in settembre. Ho ancora tre settimane per rimettermi a posto».