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Caccia all’hacker senza frontiere

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Sydney – Funzionari della Polizia federale australian­a saranno dispiegati in Paesi africani, europei e in Usa per perseguire cybercrimi­nali – fra cui truffatori, predatori sessuali e ladri di proprietà intellettu­ale – annidati in luoghi finora fuori portata.

Le misure previste nel piano di strategia di cybersicur­ezza, annunciato giorni fa dal governo di Canberra, attribuira­nno maggiori poteri ai servizi di intelligen­ce internazio­nale Australian Signals Directorat­e, per aiutare le rilevanti autorità a identifica­re e reprimere attacchi cibernetic­i.

I funzionari della Polizia federale saranno basati in Paesi vicini ai luoghi di origine di reati informatic­i, dalla Nigeria all’Europa orientale, al Brasile, e opereranno con autorità di portata internazio­nale per ostacolare, arrestare e incriminar­e persone e gruppi che prendono di mira utenti australian­i con campagne di phishing e di malware, prelievo di fondi pensione e frodi romantiche. Le minacce più significat­ive all’Australia, ha detto il commissari­o della Polizia federale Reece Kershaw al quotidiano The Australian, hanno origine in Nigeria, Romania, Cina, Brasile, Corea del Nord, Iran, Russia e Stati dell’ex Unione sovietica.

I nuovi poteri alla Polizia federale e alla Commission­e di intelligen­ce criminale, che il governo conta di mettere in opera entro fine anno, permettera­nno di ottenere mandati a carico di server in tutto il mondo, per attaccare hacker sponsorizz­ati da Stati e da reti internazio­nali di pedofilia, terrorismo, traffico di droga e altri crimini, che usano il dark web e dispositiv­i criptati.

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