Cura o vaccino a ogni costo
La Svizzera firma un contratto per la fornitura di farmaci. Putin: noi davanti a tutti.
Berna – Se non sarà un vaccino a impedire la diffusione del coronavirus, un farmaco ne bloccherà gli effetti su chi ne sarà contagiato. Le due cose non si escludono, come conferma la corsa agli annunci delle ultime ore. Dapprima quello dell’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp), che ha firmato un accordo per assicurarsi la fornitura di un farmaco in grado di curare il Covid-19 con la società svizzera Molecular Partners. Per il momento non sono state fornite informazioni sull’impegno finanziario. Poi, sempre ieri, l’annuncio di Vladimir Putin: la Russia ha registrato un proprio vaccino, primo Paese a farlo, e ha avviato la ‘fase tre’ della sperimentazione. A seguire, la prudenza e i dubbi sul primato rivendicato da Mosca. Restiamo alla Svizzera: se Molecular completerà con successo gli studi clinici e il farmaco sarà approvato dalle autorità preposte per la sua messa sul mercato, la Confederazione potrà beneficiare di un accesso prioritario al prodotto. I test clinici inizieranno a partire dall’autunno 2020. Con l’accordo, il governo si assicura l’accesso alle prime 200mila dosi del farmaco, nonché il diritto di fornire fino a tre milioni di dosi aggiuntive.
Il medicamento sviluppato dalla Molecular Partners è un agente immunoterapico, analogo a una miscela di terapie con anticorpi in un unico farmaco, il cui scopo è neutralizzare il virus. Se sarà omologato in Svizzera, servirà innanzitutto al trattamento di pazienti affetti da nuovo coronavirus. In determinati casi, potrebbe essere somministrato anche come profilassi per proteggere da un’infezione (immunizzazione passiva) al personale ospedaliero esposto o ad altri gruppi a rischio.
Va da sé che la possibilità di disporre di un farmaco non esclude altri scenari. Tanto che la stessa Confederazione ha già concluso un primo contratto per assicurare le dosi di un potenziale vaccino alla popolazione.