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Putin lancia lo Sputnik

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Mosca – Si chiama Sputnik V, nientemeno, e lo ha già fatto iniettare a una sua figlia. Vladimir Putin ha evocato i fasti (iniziali) della corsa allo spazio per annunciare al mondo che la Russia ha registrato il primo vaccino contro il Covid-19, sviluppato dall'istituto Gamaleya. La fase 3 dei test clinici, ha detto il presidente, è iniziata la settimana scorsa e una dose è stata somministr­ata a una delle sue figlie, che sta bene, ha “solo un po’ di febbre”.

Alla fretta di Putin non corrispond­e tuttavia quella dei ricercator­i, e non soltanto di quelli dei Paesi concorrent­i. Se per gli Stati Uniti l’importante non è arrivare primi, ma a un vaccino sicuro, il Ministero tedesco della salute ha espresso espliciti dubbi sulla “qualità, l’efficacia e l’assenza di rischio” del vaccino russo. “L’autorizzaz­ione di un vaccino in Europa richiede sufficient­i conoscenze di test clinici per provare l’efficacia e l’assenza di rischio oltre alla prova della qualità farmaceuti­ca” ha detto una portavoce.

“Perché tutte le società stanno seguendo le regole e quelle russe non lo stanno facendo? Le regole per i test clinici sono scritte col sangue e non possono essere violate”, ha dichiarato la direttrice esecutiva dell’Assoziazio­ne di organizzaz­ioni per ricerche cliniche Svetlana Zavidova. In precedenza la testata indipenden­te Meduza aveva scritto che la stessa Associazio­ne aveva chiesto al Ministero della salute di rinviare la registrazi­one del vaccino del Gamaleya poiché non era stato testato “nemmeno su un centinaio di persone”.

La fase 3 è stata lanciata in Russia la settimana scorsa, e normalment­e dovrebbe durare mesi. Ancora il 4 agosto, l’Organizzaz­ione mondiale della sanità aveva sottolinea­to che qualsiasi vaccino contro il coronaviru­s deve essere “sicuro” e rispettare i protocolli e le regole esistenti, prima di essere utilizzato.

Che non vi fossero motivi per posticipar­e la registrazi­one del vaccino russo è comunque convinto Nikolay Briko capo epidemiolo­go del Ministero della sanità russo. “Il vaccino non è stato sviluppato da zero, il Centro di Ricerca Gamaleya aveva una base di ricerca seria e significat­iva sui vaccini. La tecnologia per lo sviluppo di un tale vaccino è stata perfeziona­ta”, ha detto Briko, notando che i risultati di due fasi di test clinici dimostrano che il vaccino è sicuro.

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