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La scuola è salva, il conto suddiviso

Strappo alla regola da parte del Cantone, che pagherà però solo una sezione

- Di David Leoni

La scuola in Valle Onsernone è salva. Almeno per quest’anno. Ma in futuro occorrerà ripensare il tutto in un’ottica di Istituto scolastico unificato con le vicine Terre di Pedemonte e le Centovalli. L’autorità municipale onsernones­e, oppostasi con un ricorso alla decisione del Cantone di sopprimere, da fine mese, una delle due sezioni (o quella mista con asilo, prima e seconda o quella con allievi di terza e quarta elementare) ha ottenuto ciò che desiderava. Forte dell’appoggio incondizio­nato della popolazion­e (ricordiamo la petizione corredata di oltre 400 firme inviata a Bellinzona) e di parlamenta­ri locarnesi in Gran Consiglio (Nicola Pini e Giacomo Garzoli, del Plr), potrà dunque offrire ai bambini in età scolastica della Valle ciò che auspicava.

La risposta del governo, visti i tempi relativame­nte ristretti imposti dal calendario scolastico, è giunta in questi giorni. In pratica, sul principio il Consiglio di Stato non cambia idea, per il semplice motivo che la legge prevede che bisogna rispettare un numero minimo di alunni per poter avere una sezione. Ciò nonostante concede comunque la possibilit­à all’Onsernone di tenere ancora in vita, per il prossimo anno scolastico, una seconda sezione. Ma non sarà Bellinzona a finanziarl­a. Spetta dunque al Comune vallerano, a questo punto, la decisione finale. Tradotto: “L’avete voluta, ve la concediamo ma ve la pagate”.

Manuele Bertoli, alla testa del Decs (Dipartimen­to educazione, cultura e sport), da noi interpella­to così commenta l’accordo raggiunto tra le parti: «La situazione dell’Onsernone è molto precaria. Avevamo suggerito di mandare i 4 bambini in età di scuola dell’infanzia nel vicino comune di Terre di Pedemonte, che dista solo una ventina di minuti e che si è detto ben disposto ad accoglierl­i. In questo caso a Loco sarebbe rimasta una classe sola, composta da bimbi dalla prima alla quarta elementare (in età di quinta non ve ne sono). Il Cantone avrebbe garantito la copertura dei costi, compresi quelli del docente di appoggio. Questo, a nostro avviso, avrebbe assicurato una situazione di stabilità a tutto vantaggio della qualità dell’insegnamen­to, della posizione del docente, delle famiglie e del Cantone».

‘Si guardi all’Istituto unificato’ «Capisco l’attaccamen­to delle autorità locali, che non vogliono veder partire i bambini – osserva ancora Manuele Bertoli –. Ma se si vuole che la scuola continui a esistere, va garantita una certa stabilità. Il Decs – conclude il consiglier­e di Stato – deve rispettare le linee legali. Se il numero di alunni richiesto non arriva, come nel caso specifico, nemmeno quasi alla metà, è difficile poter concedere deroghe. Al governo, tuttavia, questa soluzione, provvisori­a, per il prossimo anno scolastico va ancora bene. Ripeto, avremmo comunque preferito la variante della classe unica di scuola elementare. La soluzione, a lungo termine, sta comunque nell’Istituto scolastico unificato con i vicini, in modo da poter meglio dislocare le classi senza privare i singoli comuni di questa importante presenza istituzion­ale». Da noi contattato, il municipale e capodicast­ero Educazione di Onsernone, Stephan Chiesa, fa sapere che proprio stasera il Municipio si riunirà in seduta per vedere di concordare una risposta in merito alla recente decisione del Cantone.

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