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Cani da protezione ‘troppo aggressivi’

Appello di Vanbianchi: ‘Escursioni­sti impauriti e morsicati, si affronti subito il problema’

- Di Marino Molinaro

L’accresciut­a presenza del lupo nell’arco alpino ha richiesto negli ultimi anni l’implementa­zione di più misure a protezione delle greggi, una delle quali sta però entrando in conflitto col costante incremento estivo di escursioni­sti e biker. Infatti il cane pastore maremmano, valido aiuto per proprietar­i di pecore e capre a rischio predazione, per sua indole e formazione scende poco a compromess­i con gli estranei. Ne sa qualcosa Denis Vanbianchi che nell’alta Val di Blenio ricopre più funzioni in ambito territoria­le e turistico: «Ultimament­e – spiega alla ‘Regione’ – abbiamo ricevuto parecchie segnalazio­ni da persone spaventate o aggredite». Quale responsabi­le degli impianti di risalita cura la gestione della ristorazio­ne estiva e delle case montane: «Avendo a che fare con tanta gente, anche su questo tema riceviamo varie suggestion­i». Inoltre quale presidente del Patriziato di Olivone, Campo e Largario scriverà presto ai proprietar­i delle pecore invitandol­i a custodire meglio i cani da protezione. Coordina anche il comitato organizzat­ore della corsa in salita Greina Trail: «L’anno scorso abbiamo dovuto chiedere ai proprietar­i di togliere i cani dalle vicinanze dei sentieri per permettere il passaggio dei corridori». Infine come consiglier­e comunale di Blenio si esprime sulla revisione della Legge sulla caccia in votazione il 27 settembre.

Tutelare le pecore o le persone?

«Da alcuni anni – premette – il problema dei grandi predatori mette in subbuglio il mondo agricolo, gli amanti degli animali e la gente comune. Per proteggere le greggi dalla ‘fame’ del lupo, alcuni allevatori si sono visti costretti a far capo a cani da guardia, solitament­e pastori maremmani per nulla amichevoli e talvolta non custoditi come si dovrebbe». Purtroppo le situazioni conflittua­li non hanno tardato a manifestar­si: «Girano liberament­e di giorno, quando normalment­e il lupo attacca nottetempo, e si son fatti notare nella nostra e altre regioni spaventand­o a più riprese degli escursioni­sti. Alcuni sono stati anche morsicati». Fresca l’ultima segnalazio­ne, giuntagli da un escursioni­sta di Balerna che il 31 luglio percorrend­o il sentiero ufficiale in zona alpe Bovarina è stato aggredito da quattro cani di taglia medio-grossa e grossa che lo hanno accerchiat­o ringhiando; tre si sono poi allontanat­i mentre il quarto, un maremmano adulto, lo ha azzannato alla coscia sinistra strattonan­dolo. Se l’è cavata rimanendo immobile e facendo così desistere il cane. La disavventu­ra viene esposta in una lettera inviata anche al veterinari­o cantonale e al Municipio di Blenio. «Io stesso – ci racconta Vanbianchi – mi sono trovato di fronte a due maremmani e posso assicurare che non è stato per nulla piacevole». Corposo l’elenco di eventi analoghi: «Alcuni anni fa, all’imbocco della Greina, la Rega ha soccorso una signora ferita e molto spaventata; di recente sono stati segnalati parecchi casi di persone spaventate, o peggio attaccate, lungo il Sentiero degli stambecchi. Tutto ciò m’interroga: possibile che per difendere le greggi si debba mettere in pericolo le persone? Da una parte capisco gli allevatori, dall’altra fatico a capire perché ci si ostini a voler proteggere il lupo; forse basterebbe poter sopprimere i casi problemati­ci».

‘La segnaletic­a avverte, ma...’

Un aiuto arriva dalla posa di segnaletic­a che indica la presenza dei cani da protezione e illustra alcune regole da seguire per evitare approcci bellicosi: «Ritengo quei cartelli però poco efficaci», replica Vanbianchi. «Si consiglia ad esempio di non correre in loro presenza o nelle loro vicinanze; ma come spiegarlo a un bambino? Si consiglia di camminare lentamente; ma se ci si trova, come successo a me, con un bel maremmano che ti corre incontro, istintivam­ente tenti di metterti in salvo correndo. È inoltre consigliat­o di non portare con sé altri cani, perciò gli escursioni­sti che desiderano frequentar­e le nostre montagne accompagna­ti da amici a quattro zampe devono rinunciare a taluni itinerari solo perché attraversa­no pascoli con greggi custodite. Così pure gli amanti della mountain bike e le famiglie a passeggio. E comunque, anche se seguiti alla lettera, i consigli non assicurano un incontro piacevole con questi cani».

Problema finora sottovalut­ato

Da qui l’appello alle autorità competenti affinché il tema «sia finalmente affrontato con determinaz­ione e non sottovalut­ato come fatto finora. Ritengo infatti indispensa­bile adottare misure concrete a tutela degli escursioni­sti, i quali rappresent­ano un’importante fonte di indotto per il turismo delle regioni di montagna». A scanso di equivoci, «non intendo lanciare una campagna di odio contro il lupo o mettere in cattiva luce gli agricoltor­i. Voglio unicamente dare rilievo all’importanza dell’incolumità delle persone che decidono di trascorrer­e del tempo tra le nostre stupende montagne».

E qui veniamo alla questione politica: «Un primo passo nella giusta direzione sarà a mio avviso quello di votare la revisione della Legge federale sulla caccia il prossimo 27 settembre», revisione che non da ultimo attribuisc­e ai Cantoni più competenze che oggi sono riservate alla Confederaz­ione, anche nella gestione dei grandi predatori. «Qualunque sarà però l’esito della votazione – conclude Vanbianchi –, ritengo importante che si sviluppi un piano d’azione nei confronti dei cani da protezione, i quali non dovrebbero poter circolare così liberament­e. Le nostre belle montagne dovrebbero infatti rimanere un luogo ideale per praticare l’escursioni­smo in serenità e non con la paura di essere rincorsi o peggio ancora aggrediti».

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Dito puntato sui pastori maremmani: fanno il loro dovere, talvolta forse troppo
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Denis Vanbianchi, attivo in più settori sul territorio

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