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In piazza sbuffa un ‘Geyser freddo’

L’autore della ‘Nuvola’ di Bellinzona ha fatto una incursione anche nel Magnifico Borgo

- Di Daniela Carugati

Sbuffi freschi e leggeri prendono alla sprovvista chi passa in questi giorni da Piazzale alla Valle a Mendrisio. È il fiato del fiume Morée che alita dal cuore sotterrane­o del Borgo. Perché lì, sotto i piedi, costretto in un canale, scorre un corso d’acqua che torna a sbucare a cielo aperto nella zona di San Martino. I mendrisien­si lo sanno bene: ce l’hanno nel loro Dna. Ai forestieri oggi lo spiega un bellinzone­se, Nicola Colombo, l’uomo della ‘Nuvola magica’ di piazza del Sole a Bellinzona. Da una città all’altra, a distanza di una estate, questo artigiano della nebbia (e al contempo ‘performer’ artistico) ne ha pensata un’altra delle sue, dando sostanza a quello che la fantasia popolare ha già ribattezza­to Geyser freddo. «In realtà – ci dice in tutta onestà –, l’intuizione tematica la si deve al Municipio di Mendrisio, desideroso di far riscoprire la memoria del Morée». L’installazi­one, comparsa a sorpresa a fine luglio, darà carattere a Piazzale alla Valle – in cui si è inserita con naturalezz­a – sino alla fine di settembre. Di fatto però, sarà solo la prima incursione di una serie. «L’autorità – ci anticipa Colombo – mi ha commission­ato un trittico. Seguirà un secondo intervento alla fine di agosto, mentre un terzo lavoro è previsto tra novembre e dicembre». Di cosa si tratta? «Lo si vedrà al momento: si preferisce mantenere il mistero. Posso solo dire che il filo conduttore sarà ancora una volta il fiume».

Dalla griglia l’aria di fiume e le nuvolette Facciamo, però, un passo indietro: come è nata l’intesa con il Comune di Mendrisio? «È stato il Municipio a farsi avanti il maggio scorso. Per me è stato un po’ come raccoglier­e una scommessa: riuscire a far affiorare di nuovo il ricordo del Morée da una griglia della piazza. Griglia attraverso la quale, se ci si sofferma, si sente la voce del fiume». Conosceva il Borgo? «In effetti, no. Da bellinzone­se mi sono così avventurat­o per le vie del Quartiere (introdotto dall’architetto Mitka Fontana), come e fossi un turista in visita». E l’ispirazion­e, visto il risultato, non è mancata. Anzi, per alimentare la creatività Colombo, ci confida, ha perlustrat­o anche le viscere del fiume (oltre a lasciarsi conquistar­e dall’ospitalità momò). «Ho cercato di ascoltare il corso d’acqua, portando in superficie il flusso d’aria discendent­e, che d’abitudine viene risucchiat­o, chiudendo a valle il passaggio con un telo. In questo modo non solo si entra in contatto con la natura: per me questo è il ‘Fiatatoio Generoso’. Poi per ricreare l’effetto geyser abbiamo nebulizzat­o una piccola quantità di acqua (al pari di un grappino per abitante: siamo stati attenti a un uso parsimonio­so delle risorse), che a contatto con l’ambiente caldo condensa e dà forma a sbuffi e nuvolette».

Le ore magiche del mattino

Tutte presenze che catturano l’attenzione dei passanti. «In realtà, i più curiosi sono i bambini, che si avvicinano senza timore sotto lo sguardo tutto preoccupat­o delle mamme. Gli adulti, in genere, sulle prime si domandano cos’è successo: cos’è quella ‘fumera’, esclamano. Poi si fermano, c’è chi scatta delle fotografie». Insomma, stanno iniziando a prendere confidenza con il ‘Geyser freddo’. «Da parte mia – ci dice l’autore –, vorrei lanciare un invito, per incoraggia­re ticinesi e no a scoprire questa installazi­one, a sedersi un attimo in piazza». C’è un momento ideale per mettersi in osservazio­ne? «L’ora magica è quella del mattino, fra le 9 e mezzogiorn­o. Io stesso sarò curioso di capire cosa succede al cambio di stagione». Per i mendrisien­si è l’occasione per recuperare la storia del territorio (a due passi c’è Piazza del Ponte, in cerca di una identità) e riflettere sull’essenza del nucleo.

‘Sorpreso dalla disponibil­ità locale’

Da come ne parla sembra contento del suo intervento a Mendrisio. «Ne sono soddisfatt­o e persino stupito per l’effetto ottenuto – ci risponde Nicola Colombo –. Amo lavorare per delle opere pubbliche, che siano per tutti, e non dentro un museo o una galleria. Per certi versi mi emoziona e mi commuove; mi riempie il cuore e mi incoraggia a continuare. Certo senza l’intraprend­enza di un ente pubblico non sarebbe possibile. E qui devo dire che mi hanno sorpreso la freschezza e la disponibil­ità del Municipio di Mendrisio, così come l’apertura di questa terra e della sua gente». Al di là dell’incursione artistica, va detto che, a Bellinzona con la nuvola come a Mendrisio con il geyser, questa operazione, sottotracc­ia, porta un altro messaggio. «Diciamo che si inserisce in un progetto che lega le città svizzere, ormai alla ricerca di un modo per rinfrescar­e gli spazi urbani in un tempo di surriscald­amento del clima – conferma Colombo –. Le azioni realizzate sin qui vanno in questa direzione: l’aria che sale dal Morée, ad esempio, esce a 20 gradi». Mendrisio, quindi, è stata una rivelazion­e. Da bellinzone­se che idea si è fatto? «Da esplorator­e di un paese nuovo, soprattutt­o, ho scoperto dinamiche, bellezze e strade che chi le conosce dà per scontate. Ho visto una bella città». Una città che, a sorpresa, si è ritrovata di nuovo in sintonia con la sua via d’acqua sotterrane­a.

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NICOLA COLOMBO Coglie di sorpresa i passanti
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NICOLA COLOMBO Da scoprire

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