Lupo: una verità ben diversa
Il signor Massimo Mobiglia, lupofilo accanito, ha creduto bene di “rispondere” (senza dir nulla) al nostro presidente, Armando Donati, per il comunicato apparso su questo giornale lo scorso 26 luglio. Il contradditore, pur riconoscendo (bontà sua!) che gli allevatori di montagna sono già sotto pressione per numerose cause di economia generale, vorrebbe infliggere loro anche la presenza dei lupi, sempre più aggressivi! Per finire, egli ribadisce la dogmatica opposizione (sua e del Wwf) alla legge sulla caccia, in votazione il prossimo 27 settembre, tirando in ballo animali più “simpatici”. Con questo scritto non speriamo certo di far cambiare idea all’estensore della “risposta” che non risponde a nulla, né a chi la pensa come lui. Semplicemente, vorremmo invitare i lettori a riflettere. Se le cifre di predazioni “ufficiali” nel nostro Cantone sono relativamente contenute (anche per i tempi “biblici” che i laboratori preposti agli esami impiegano a determinare la causa delle aggressioni), non è così in altri Cantoni (ad es. Grigioni e San Gallo): le notizie che giungono fanno rabbrividire. Nel Canton San Gallo, nei pressi di Flums, pochi giorni fa uno o più lupi hanno sbranato, in un colpo solo, nientemeno che 19 pecore!
Per fortuna in quei Cantoni – contrariamente a quanto pare avvenga in Ticino – le autorità non hanno il malvezzo di tener nascoste le notizie che potrebbero infastidire i “lupofili” di turno. La verità è ben diversa da ciò che vorrebbero far credere costoro. E senza contare che ogni aggressione, che colpisce anche un “solo” allevatore, ne disincentiva decine di altri dal continuare la loro attività, con tutte le disastrose conseguenze del caso!