Lupo, predazioni e vere soluzioni
È proprio vero che le mele non cadono mai lontano dall’albero: se ben ricordo, il signor Berta, che ha scritto l’articolo del 5.8.2020 “Lupo, predazioni e vere soluzioni”, ovvero “sono il paladino nel voler infliggere un nuovo duro colpo agli ecosistemi”, era anche coordinatore del comitato contro la realizzazione del Parco Nazionale del Locarnese. La sua visione è evidentemente anti-natura. Egli taccia di “carente onestà intellettuale che viene subordinata ad una battaglia ideologica di principio” coloro che si oppongono alla modifica della Legge sulla Caccia (Lcp) in votazione il prossimo 27.9.2020. Caro signor Berta, c’è veramente da chiedersi la valenza di certe sue affermazioni, buttate lì a glorificare l’idea che permettere l’uccisione di specie protette sia un vantaggio per l’umanità, mentre i protettori della Fauna & Flora mostrano, come lei definisce, un “atteggiamento puramente fondamentalista che non presenta alcuna base razionale di argomentazione” senonché “fanatismo”? I “fanatici” salvaguardano la Natura e le sue creature, fornendo con trasparenza argomentazioni scientifiche, comprovate da studi approfonditi, fatti da biologi ed ecologi. Non strumentalizzano le statistiche a piacimento, e non fanno la voce grossa per profilarsi nei più svariati ambiti per mostrarsi a livello politico nonché personale. Dalla nostra parte, quella dei “fanatici”, annoveriamo persone che provengono da ogni ceto sociale e politico, evidentemente persone dallo spiccato senso razionale ed etico che guardano non ai propri interessi ma a quelli delle generazioni future. Non capisco perché ostenta tutto questo astio e accanimento nei confronti di chi difende gli animali protetti. Dal 1800, quando l’ultimo lupo fu ammazzato in Ticino, sono passati più di cento anni. Ora questa creatura legata alle fiabe della nonna che ci hanno fatto tremare da piccoli, è tornato ma abbiamo potuto avanzare notevolmente le nostre conoscenze e tecnologie. Usiamole: è una sfida per un modello di sviluppo sostenibile, per un possibile equilibrio e convivenza malgrado l’esagerata spinta antropica. Possiamo, con i giusti sforzi e contromisure atte alla protezione delle greggi, riuscire a dimostrare una visione aperta ed intelligente approfittando della presenza di questi “grandi predatori” a vantaggio dell’ecosistema. Seguendo le varie raccomandazioni cantonali e federali su come proteggere le greggi, utilizziamo le esperienze di chi è riuscito, approfittiamo dei fondi disponibili, o in particolare evitando di lasciare animali allo stato brado. Questo povero pianeta sta già andando maluccio senza che una modifica della Legge sulla Caccia permetta in futuro di impallinare animali protetti ancor prima che possano generare danni, solo perché la loro presenza infastidisce chi dalla Natura solo preleva, senza mai restituire neppure un ringraziamento. Il signor Berta cita “vere soluzioni”, che, ahimè, sarebbero quelle di premere il grilletto! Perciò ribadisco un No alla revisione della legge sulla caccia in votazione il 27 settembre 2020.