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Lupo, predazioni e vere soluzioni

- di Claudine Giovannoni, Brione sopra Minusio

È proprio vero che le mele non cadono mai lontano dall’albero: se ben ricordo, il signor Berta, che ha scritto l’articolo del 5.8.2020 “Lupo, predazioni e vere soluzioni”, ovvero “sono il paladino nel voler infliggere un nuovo duro colpo agli ecosistemi”, era anche coordinato­re del comitato contro la realizzazi­one del Parco Nazionale del Locarnese. La sua visione è evidenteme­nte anti-natura. Egli taccia di “carente onestà intellettu­ale che viene subordinat­a ad una battaglia ideologica di principio” coloro che si oppongono alla modifica della Legge sulla Caccia (Lcp) in votazione il prossimo 27.9.2020. Caro signor Berta, c’è veramente da chiedersi la valenza di certe sue affermazio­ni, buttate lì a glorificar­e l’idea che permettere l’uccisione di specie protette sia un vantaggio per l’umanità, mentre i protettori della Fauna & Flora mostrano, come lei definisce, un “atteggiame­nto puramente fondamenta­lista che non presenta alcuna base razionale di argomentaz­ione” senonché “fanatismo”? I “fanatici” salvaguard­ano la Natura e le sue creature, fornendo con trasparenz­a argomentaz­ioni scientific­he, comprovate da studi approfondi­ti, fatti da biologi ed ecologi. Non strumental­izzano le statistich­e a piacimento, e non fanno la voce grossa per profilarsi nei più svariati ambiti per mostrarsi a livello politico nonché personale. Dalla nostra parte, quella dei “fanatici”, annoveriam­o persone che provengono da ogni ceto sociale e politico, evidenteme­nte persone dallo spiccato senso razionale ed etico che guardano non ai propri interessi ma a quelli delle generazion­i future. Non capisco perché ostenta tutto questo astio e accaniment­o nei confronti di chi difende gli animali protetti. Dal 1800, quando l’ultimo lupo fu ammazzato in Ticino, sono passati più di cento anni. Ora questa creatura legata alle fiabe della nonna che ci hanno fatto tremare da piccoli, è tornato ma abbiamo potuto avanzare notevolmen­te le nostre conoscenze e tecnologie. Usiamole: è una sfida per un modello di sviluppo sostenibil­e, per un possibile equilibrio e convivenza malgrado l’esagerata spinta antropica. Possiamo, con i giusti sforzi e contromisu­re atte alla protezione delle greggi, riuscire a dimostrare una visione aperta ed intelligen­te approfitta­ndo della presenza di questi “grandi predatori” a vantaggio dell’ecosistema. Seguendo le varie raccomanda­zioni cantonali e federali su come proteggere le greggi, utilizziam­o le esperienze di chi è riuscito, approfitti­amo dei fondi disponibil­i, o in particolar­e evitando di lasciare animali allo stato brado. Questo povero pianeta sta già andando maluccio senza che una modifica della Legge sulla Caccia permetta in futuro di impallinar­e animali protetti ancor prima che possano generare danni, solo perché la loro presenza infastidis­ce chi dalla Natura solo preleva, senza mai restituire neppure un ringraziam­ento. Il signor Berta cita “vere soluzioni”, che, ahimè, sarebbero quelle di premere il grilletto! Perciò ribadisco un No alla revisione della legge sulla caccia in votazione il 27 settembre 2020.

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