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Aiuti Covid, scialuppa per gli indipenden­ti

Il governo propone una prestazion­e ponte per chi si ritroverà senza rete

- Di Generoso Chiaradonn­a

È stata definita «prestazion­e ponte Covid» dal consiglier­e di Stato Raffaele De Rosa «complement­are al sistema federale e cantonale di sicurezza sociale e agli aiuti puntuali erogati dai Comuni e dagli enti attivi sul territorio». Una prestazion­e limitata nel tempo che persegue l’obiettivo di «ristabilir­e l’indipenden­za finanziari­a per i lavoratori che si trovano temporanea­mente in difficoltà a causa della pandemia di coronaviru­s, tramite un aiuto puntuale e mirato che copra il fabbisogno e le necessità contingent­i», ha spiegato il direttore del Dipartimen­to della sanità e socialità. La prestazion­e è destinata ai lavoratori indipenden­ti affiliati come tali a una Cassa di compensazi­one Avs e ai lavoratori salariati – limitatame­nte a coloro che non possono beneficiar­e di indennità ai sensi della legge sull’assicurazi­one contro la disoccupaz­ione (Ladi) – in difficoltà a seguito delle conseguenz­e della pandemia.

I richiedent­i devono dimostrare di aver subito una riduzione di reddito: per i lavoratori dipendenti essa corrispond­e a una perdita di lavoro senza diritto alla disoccupaz­ione; mentre per i lavoratori indipenden­ti si traduce in una riduzione del fatturato rispetto alla situazione precedente la pandemia, ovvero a febbraio 2020.

Sono esclusi dalla prestazion­e ponte Covid i beneficiar­i di prestazion­i sociali (di sostegno ai redditi e di complement­o), quali le prestazion­i assistenzi­ali, gli assegni di prima infanzia (Api), le indennità straordina­rie di disoccupaz­ione e le prestazion­i complement­ari Avs/Ai nonché i beneficiar­i di ogni genere di indennità Ladi.

Gli importi massimi della prestazion­e ponte sono così definiti: mille franchi per il primo componente dell’Ur (unità di riferiment­o) e 500 franchi per ogni ulteriore convivente nella stessa economia domestica. E questo al massimo per tre mesi senza possibilit­à di rinnovo. Il 75% dei costi verrà coperto dal Cantone, mentre il rimanente 25% dai Comuni.

L’impatto finanziari­o previsto sarà pari a 7,9 milioni di franchi, di cui 5,9 milioni a carico delle casse cantonali e 2 milioni per quelle comunali. Si ipotizzano 3mila richieste totali.

Il messaggio è ora all’attenzione del Gran Consiglio e seguirà l’iter istituzion­ale. «Il provvedime­nto è sotto forma di Decreto legislativ­o urgente. Questo vuol dire che, in caso di approvazio­ne da parte del Legislativ­o, entrerebbe in vigore subito senza attendere i tempi tecnici di referendum», spiega De Rosa. Il Consiglio di Stato si riserva però la possibilit­à di mettere in vigore il provvedime­nto quando lo riterrà opportuno. Un modo per avere a disposizio­ne uno strumento in più per fronteggia­re la crisi economica che sta per affacciars­i all’orizzonte. L’evoluzione delle domande per le prestazion­i sociali Laps sembra indicare che la situazione economica non stia peggiorand­o. Ad agosto erano 408 le domande presentate, contro le 430 dello stesso periodo di dodici mesi prima. Anche per quanto riguarda le prestazion­i versate, la tendenza appare migliore oggi rispetto a un anno fa (5’262 contro 5’341 dell’agosto 2019, ndr). «Finora l’effetto delle misure straordina­rie adottate dalla Confederaz­ione ha permesso di contenere l’evoluzione del numero delle domande di prestazion­i sociali, ma terminati questi aiuti straordina­ri, determinat­e categorie di lavoratori potrebbero trovarsi in difficoltà», spiega De Rosa. «Da qui la necessità di prevenire per contenere il numero di persone in morosità e il ricorso alle prestazion­i sociali», aggiunge il consiglier­e di Stato.

Il coinvolgim­ento dei Comuni

La prestazion­e ponte Covid prevede un coinvolgim­ento importante dei Comuni per la loro prossimità alla cittadinan­za che permette una migliore conoscenza delle situazioni individual­i per una consulenza più mirata ai bisogni dei richiedent­i. Un modo per rafforzare indirettam­ente la collaboraz­ione tra il Cantone e i Comuni stessi, ha ricorda Felice Dafond, presidente dell’Act (Associazio­ne dei comuni ticinesi). «Abbiamo dovuto affrontare una crisi mai conosciuta prima. Per questo i rapporti con il Cantone si sono intensific­ati, in modo proficuo». I Comuni – ha affermato Dafond – svolgono «un prezioso ruolo di prossimità».

Come funzionerà

Le indennità delle Indennità perdita di guadagno Corona sono state prolungate fino al 30 giugno 2021. Le misure ponte entrerebbe­ro in consideraz­ione solo quando la persona toccata ha esaurito questo tipo di aiuto. L’utente – spiega Anna Trisconi Rossetti, capo ufficio prestazion­i Ias – si recherà a questo punto al Comune di domicilio per la richiesta dove avverrà il colloquio di valutazion­e. Solo nel caso in cui si dovesse stabilire che l’intervento sarà risolutivo, la prestazion­e ponte Covid verrà erogata. In caso negativo, si valuterann­o altre prestazion­i sociali di tipo ordinario.

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