Canyoning: uniti per più sicurezza
Presto un incontro tra vari enti del territorio. Tra gli obiettivi creare servizi idonei.
In Riviera verrà avviato un dialogo per migliorare le strutture e il livello di sicurezza per chi pratica sport come il canyoning (torrentismo) ma anche il bouldering (l’arrampicata su roccia senza imbragatura e con dei tappetoni da mettere a terra). Il tema non è nuovo e diventa purtroppo d’attualità ogni volta che si registrano degli infortuni, ma ora ci sono i primi passi concreti verso un incontro tra gli attori coinvolti. Si tratta del Comune di Riviera, dell’Organizzazione turistica regionale Bellinzonese e Alto Ticino (Otr-Bat), dell’Ente regionale per lo sviluppo Bellinzonese e Valli (Ers-Bv), del gruppo cantonale che si occupa di prevenzione Acque Sicure, nonché di esperti del settore che si incontreranno prossimamente per parlare del tema.
L’importanza di fare affidamento su chi conoscere il territorio
Nel corso dell’estate sono state due le vittime registrate nel giro di due mesi nelle acque della Valle di Lodrino: a giugno a perdere la vita era stato il membro di un gruppo proveniente dalla Lituania, mentre a fine agosto si era registrata una vittima proveniente dalla Repubblica Ceca. Vi sono poi stati altri episodi in zona, come la canyonista infortunata a inizio agosto nel riale d’Iragna, che se l’è cavata con ferite di media entità. Dopo il primo incidente mortale di quest’anno si era mossa anche la politica. Alcuni granconsiglieri socialisti hanno infatti inoltrato una mozione per chiedere una regolamentazione più severa da seguire per chi volesse praticare canyoning alle nostre latitudini. Una proposta che verrà senz’altro presa in considerazione dagli enti che si chineranno sul tema. Come sottolinea da noi contattato il sindaco di Riviera Alberto Pellanda, tra i focus vi sarà ovviamente la sicurezza. «L’obiettivo è quello di far passare l’informazione che è necessario affidarsi alle aziende presenti sul territorio per praticare questo genere di attività. Gli ultimi incidenti sono capitati a persone esperte ma che non facevano capo alle società del luogo. I protagonisti spesso non sono incoscienti, ma sottovalutano comunque alcuni aspetti. Personalmente non pratico canyoning ma chi conosce questo sport mi ha spiegato che affidandosi alle società attive in quest’ambito la sicurezza è assicurata». La pensa così anche il direttore dell’Otr-Bat Juri Clericetti. «È importante essere accompagnati per evitare incidenti e praticare questi sport con la maggior sicurezza possibile. Perciò spingeremo a far utilizzare le guide preposte, persone che conoscono il territorio con le sue insidie ma anche le sue bellezze», spiega. Entrambi i nostri interlocutori sottolineano un altro aspetto che sarà centrale nelle riflessioni, ovvero la necessità di creare (o valorizzare) delle strutture pensate per migliorare l’accoglienza di questo segmento turistico che, secondo le stime, porta in Ticino tra le 20mila e 30mila persone all’anno. Proprio perché spesso questi sportivi non alloggiano in strutture ricettive, è difficile sapere se durante l’estate l’afflusso sia stato in linea con gli scorsi anni ma stando alle stime sì. «È vero che si tratta di persone che spendono relativamente poco sul territorio ma portano l’immagine della nostra regione e del Ticino in tutto il mondo», fa notare Pellanda, spiegando che manca ad esempio attualmente la possibilità di farsi una doccia al termine della discesa. A tal proposito Clericetti spiega che come prima idea di manovra andrà sondato il territorio per stilare una radiografia dei servizi attualmente presenti e dei bisogni. Poiché per alcuni non è sostenibile spendere per l’alloggio, viene avanzata l’idea di mettere a disposizione uno spazio pubblico per poter dormire nei loro veicoli (come succede già ora ma in modo non ufficiale).
Riali di successo
In collaborazione con gli altri attori coinvolti, il direttore dell’Otr-Bat sottolinea che potrebbe esserci disponibilità anche a effettuare degli investimenti grazie alle entrate generate dalle tasse turistiche. «Nel nostro business plan puntiamo sull’outdoor in generale e per quanto riguarda la Riviera soprattutto canyoning e bouldering. Dobbiamo creare le condizioni per promuoverli ed essere sicuri di quello che offriamo. Abbiamo a disposizione un paradiso per chi pratica questi sport ma dobbiamo organizzarci per sfruttarlo bene in modo da evitare problemi di sovraffollamento come capitato ad esempio in Val Verzasca a causa dell’enorme successo». Successo che, oltre agli sport estremi, quest’anno è stato riscontrato in Riviera anche dai “semplici” bagnanti. Ce lo conferma la gerente dell’ostello di Cresciano Cornelia Steiner. Complice l’uscita del libro “Un tuffo in Ticino”, la struttura ricettiva ha visto un grande afflusso soprattutto di famiglie svizzero tedesche e francesi. Dopo un grande calo di presenze tra metà maggio e quasi fine luglio, Steiner parla di una buona occupazione ad agosto e di un mese di settembre da record.