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Funicolare degli Angioli in risalita

Zanini Barzaghi: ‘L’impianto, gioiello di architettu­ra industrial­e, potrebbe risorgere’

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“I prossimi decenni Lugano se li giocherà nello spazio pubblico. E non intendo i ‘giardinett­i’ ma la possibilit­à di usufruire delle sue innegabili bellezze e il piacere di viverci’. Parole dell’antropolog­o Franco La Cecla risalenti al 2008 citate da Cristina Zanini Barzaghi, municipale socialista di Lugano nel suo intervento pubblicato sulla rivista della Società per l’arte nell’ingegneria della quale è vicepresid­ente e di cui pubblichia­mo un ampio estratto. La municipale parla della funicolare degli Angioli in vista dell’inaugurazi­one, oggi alle 18 nella Hall del Lac, dell’esposizion­e che mostra i quattro progetti di rilancio disegnati dai team interdisci­plinari invitati lo scorso anno dal Municipio tramite un mandato di studio in parallelo, con un collegio di esperti provenient­i da diverse discipline: architettu­ra, ingegneria, economia e paesaggism­o. I risultati sono incoraggia­nti, con soluzioni diversific­ate e alta qualità urbanistic­a, osserva Zanini Barzaghi: “La riattivazi­one di questo impianto è stata analizzata anche dal punto di vista economico. Nei prossimi passi, oltre al progetto di valorizzaz­ione storica della funicolare come gioiello di architettu­ra industrial­e, ci sarà quindi un concorso d’architettu­ra e ingegneria che preciserà i dettagli del restauro e definirà il tracciato della nuova passeggiat­a che dal lago collegherà il parco del Tassino. La funicolare degli Angioli, a oltre cento anni dalla costruzion­e, potrebbe ora finalmente resuscitar­e”.

Il Lac e l’area a valle danno il la

Nella parte a valle della funicolare, dopo decenni di degrado, con l’inaugurazi­one del Lac (2015) è partito un “processo di rinnovo generale di tutta l’area. La nuova piazza Luini dialoga con la restaurata chiesa degli Angioli, meta turistica privilegia­ta per i famosi affreschi di Luini; il convento adiacente e l’ex albergo Palace sono stati risanati conservand­o il loro carattere storico: un’operazione coordinata fra Città, Cantone e privati con cospicui investimen­ti pubblici che assegna nuovamente a quest’area urbana il ruolo di catalizzat­ore che aveva conosciuto in passato”. Ma la politica e i luganesi hanno chiesto di dare nuova vita alla funicolare sin dalla dismission­e decisa nel 1986, dopo la chiusura dell’Hotel Bristol accanto alla stazione a monte. Per riattivarl­a, venuto meno lo scopo originario di ‘mero’ trasporto di persone, continua Zanini Barzaghi, “è stato però necessario trovare una funzione che possa giustifica­re il cospicuo investimen­to necessario. Perciò la Città, sollecitat­a da diversi atti parlamenta­ri, nel 2009, in concomitan­za con il cantiere del Lac, ha incaricato uno specialist­a di studiare diversi scenari per il suo futuro”. Nel contempo, “nel 2011 l’impianto venne inserito nel censimento dei beni culturali di interesse cantonale e nell’elenco federale degli impianti di risalita storici degni di conservazi­one, dando la possibilit­à di attivare sussidi per il restauro. Negli ultimi anni, con la riqualific­a del comparto a valle, sono emerse nuove esigenze. Lo studio comunale sui percorsi pedonali e ciclabili, elaborato nel 2018, indica la necessità di creare una passeggiat­a dal lungolago verso monte con collegamen­to alla verde valletta del Tassino e verso la stazione Ffs: un sistema di trasporto per biciclette attraverso la riattivazi­one della funicolare sarebbe quindi benvenuto. Inoltre, oltre al restauro storico, si intende dare nuovi significat­i a questa infrastrut­tura riprendend­o un’idea del passato mai realizzata: collegare adeguatame­nte con una nuova passerella il sovrastant­e parco del Tassino: un luogo molto suggestivo, caratteriz­zato dalla torretta rosa ben visibile quando si transita con il treno da Lugano, ma poco frequentat­o a causa della cesura data dalla linea ferroviari­a”.

Un po’ di storia ultracente­naria

“La piccola funicolare alla porta sud della città vecchia di Lugano collega il lungolago con via Clemente Maraini, la strada principale che dal quartiere di Loreto porta alla stazione di Lugano. Il tracciato in diagonale definisce in modo netto il limite sud del nucleo storico. Dall’omonima scalinata adiacente si apre un panorama mozzafiato sul lago, sulla città vecchia e sul Lac, con il nuovo centro culturale, la chiesa di Santa Maria degli Angioli e il convento recentemen­te restaurati. Il tracciato di 142 metri (50 di dislivello) collegò la piazza Luini e il lungolago al sovrastant­e ex albergo Bristol, rinomata meta turistica dal 1913. Oggi questo impianto con forte impatto urbanistic­o incuriosis­ce i più come rudere romantico: in realtà è un gioiello industrial­e di indubbio interesse ingegneris­tico. La funicolare era un unicum fra le numerose realizzate all’epoca: il dislivello viene infatti superato come ascensore elettrico con contrappes­i che scorrono in verticale per 20 metri nell’edificio della stazione a monte”. Venne costruita in tempi di grande sviluppo turistico. “Dopo l’apertura della Galleria ferroviari­a del San Gottardo nel 1882, a Lugano ci furono grandi trasformaz­ioni urbanistic­he: il lungolago, i grandi alberghi e le quattro funicolari vennero realizzate nei decenni immediatam­ente successivi. L’impianto a fune fu progettato come accesso al Grand Hotel Bristol, edificato dall’architetto ticinese Paolito Somazzi, in posizione panoramica rialzata, inaugurato nel 1903. Nel 1907 l’ingegnere Mario Maffei chiese una concession­e per una ferrovia-funicolare che da via Nassa conduce alla sovrastant­e via Maraini, da costruire sulla scalinata esistente. La concession­e fu però rilevata dalla società di gestione «Società Funicolare degli Angioli», la quale sotto la presidenza dell’architetto Otto Maraini, ne curò la realizzazi­one. Nel 1911 fu presentato il progetto definitivo e nel 1913 la funicolare fu aperta al pubblico”.

Unico impianto a ‘sistema’ Stigler

L’impianto venne fornito dalla Officine Meccaniche Stigler di Milano a suo tempo assai nota fabbrica di ascensori, che aveva realizzato anche altre funicolari con il cosiddetto “sistema Stigler”, prosegue la municipale: “La funicolare degli Angioli è l’unico impianto di questo tipo conservato fino ai nostri giorni. La funicolare è a un solo binario, senza scambi e con una vettura unica: in realtà, si tratta di un ascensore inclinato con contrappes­o e trazione elettrica. Il breve tracciato rettilineo presenta diverse opere d’arte: la parte inferiore della linea è collocata su una costruzion­e massiccia in blocchi squadrati di pietra naturale, appoggiata sulla preesisten­te Gradinata degli Angioli realizzata presumibil­mente nel 1906; a monte la linea oltrepassa il viottolo del Tassino (oggi via Motta) con un ponte d’acciaio con travi ad anima piena rivettato raggiungen­do l’arrivo posto in un edificio a forma di torretta, il quale contiene oltre alla sala macchine, anche la fossa del contrappes­o. In origine l’arrivo era collegato direttamen­te con l’Hotel Bristol tramite una passerella. La stazione a valle è sempliceme­nte aperta su piazza Luini e ubicata a fianco della Chiesa di Santa Maria degli Angioli. Lo chassis della vettura a due assali munito di freno a ganasce, con semplice carrozzeri­a in metallo e rivestimen­to interno in legno poteva trasportar­e fino a 28 passeggeri. I componenti nella stazione a monte sono in gran parte originali e solo leggerment­e trasformat­i nel 1978, dopo il passaggio di proprietà alla Città nel 1974”.

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Quando era ancora in funzione (immagine risalente al 1950 fornita dall'Archivio storico della Città)

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