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Veicoli d’urgenza, segnali prioritari?

- di Michele Sussigan (membro Ufficio esecutivo Fsfp - Ch)

Negli scorsi giorni un collega della Polizia cantonale è stato condannato a 12 mesi di carcere sospesi condiziona­lmente per aver circolato a 52 Km/h oltre il consentito di 50 Km/h per far fronte a una chiamata per un intervento d’urgenza. Salvo essere incorso nel controllo Radar, non ha creato danni, non ha fatto incidenti, non ha ferito nessuno e concretame­nte non ha messo in pericolo nessuno. A mio giudizio una pena troppo severa. Stessa pena sarebbe stata comminata a chi avrebbe “sfrecciato”, per i medesimi motivi, a 61 Km/h in una zona di 30 km/h ancor meno sui 20 Km/h, sempre per svolgere il proprio lavoro con impegno e dedizione. Nel caso in discussion­e una maggior attenzione alla proporzion­alità ci stava ma non va dimenticat­o che la valutazion­e è fatta dagli agenti in pochi secondi e non mesi o anni dopo (il caso è del 2019) dagli scranni dei tribunali. Le conseguenz­e di una simile condanna, oltre a quelle materiali di essere diventato un pregiudica­to, di essere a rischio nei futuri interventi, di far vacillare le proprie certezze se vale la pena correre per raggiunger­e il luogo di un intervento, mette in discussion­e l’intera categoria dei servizi d’urgenza: (...)

(...) polizia, pompieri, ambulanze ecc. Il ritrovarsi a dover gestire una battaglia personale per una questione che di fatto dovrebbe essere risolta in modo generale da leggi e regolament­i, non è cosa giusta.

Chissà quanti colleghi venuti a conocenza di questa sentenza si sono interrogat­i per dare un senso alla loro volontà di arrivare al più presto per svolgere il proprio lavoro. A volte salvare delle vite. Non ho statistich­e alla mano ma credo che gli interventi d’urgenza di tutti i servizi preposti sono una moltitudin­e ogni giorno e ogni giorno vengono salvate delle vite, perché ogni secondo conta.

Non conosco luoghi al mondo che non abbiano un servizio di pronto intervento senza segnali prioritari, ma non ho notizia (scusandomi per questa mancata conoscenza) di un posto al mondo che, malgrado senza conseguenz­e materiali, la pena inflitta sia così alta. Bisogna quindi chiedersi se, per scongiurar­e di divenire dei criminali, non sia opportuno togliere i segnali prioritari dai veicoli di servizio o rinunciare sempliceme­nte ad azionarli, raggiungen­do i luoghi di intervento in pieno rispetto delle regole e senza assumersi alcun rischio, che però la profession­e implicitam­ente richiede, in attesa di un chiariment­o legislativ­o.

In questo mondo frenetico, che corre a mille all’ora, digitale, è forse meglio correre solo nell’etere ove anche gli eccessi non conoscono ancora pene così severe.

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