Una casa per la cultura a Bellinzona
Centro culturale, centro socio-culturale, centro giovanile, casa della comunità, casa dei cittadini, luogo d’incontro, casa del popolo, cá nostra, casa delle associazioni, centro ricreativo comunale, centro autonomo,…
44’000 abitanti, se aggiungiamo quelli dell’agglomerato arriviamo a 54’000. Non proprio un paesello. Capitale del Cantone Ticino.
Di un centro culturale in città se ne parla, e di rado se ne scrive, oramai da decenni. Di fatto, niente. L’ultima sembrava quella buona. Non è stato così. Il messaggio per l’acquisto dell’Ex Ospedale militare di Ravecchia era lì lì per essere votato in Consiglio comunale. La Confederazione lo metteva in vendita e la Città l’avrebbe quasi certamente comperato. Poi la Confederazione ha cambiato idea. Ha bisogno di spazi per il Tribunale penale federale. Una parte dello stabile verrà affittata dal Comune per trasferire gli Uffici opere pubbliche (Uop), che a breve dovranno cambiare sede.
La Confederazione potrebbe rimettere in vendita l’Ex Ospedale tra cinque anni. Quindi, visti i tempi della politica, potremmo immaginare la realizzazione di un progetto culturale su quel sedime non prima della fine del decennio. Un decennio di troppo.
La Commissione culturale comunale (Ccc), della quale sono membro, ha elaborato in questi ultimi due anni un progetto di “Centro socioculturale” all’intenzione dell’esecutivo. Il progetto prendeva in considerazione l’Ex Ospedale e proponeva un uso misto degli spazi: punto d’incontro per i cittadini, luogo per l’organizzazione di attività culturali, spazi per riunioni associative, per l’organizzazione di corsi vari e per il coworking. Prendendo spunto da altre realtà urbane ci si era anche prefissi di inserire nell’Ex Ospedale alcuni servizi comunali attinenti alla socialità e alla cultura. Il luogo sembrava ideale, anche in prospettiva della nuova fermata delle Ffs in zona Piazza Indipendenza. Visto il decennale stallo riguardo al Centro giovanile, una parte della Ccc si era anche riunita con la Commissione giovani della Città, per valutare bisogni e desideri dei più giovani.
Nel tardo autunno dello scorso anno la sezione del Ps di Bellinzona aveva organizzato una serata sul tema. Ne erano uscite molte proposte interessanti, esposte da singoli cittadini e rappresentanti di alcune associazioni che operano sul territorio. La promessa degli organizzatori era quella di approfondire quanto discusso. Forse causa Covid non c’è stato nessun seguito. Infine ricorderei che Chiasso (Centro culturale), Locarno (Spazio Elle), Lugano (Lac) e Mendrisio (La Filanda) hanno saputo offrire alle loro comunità idee e spazi che permettono di generare relazioni culturali, sociali, ed economiche vitali, necessarie a tutte le città che si vogliano tali. Quindi non si chiede alla Città di fare una rivoluzione, di essere avanguardista, ma solo di recuperare decenni di ritardo, con il grosso vantaggio di potersi ispirare ad esperienze già collaudate altrove.