L’Europa si chiude un po’ alla volta
Misure più stringenti contro il balzo dei contagi
Roma – Il progressivo ripristino delle misure restrittive è la cartina di tornasole della ritrovata aggressività del Covid in Europa, dopo una relativa pausa estiva. L’Olanda ha messo in campo misure drastiche, chiudendo tutti i bar e i ristoranti. La Francia attende il discorso di Emmanuel Macron che dovrebbe annunciare un’ulteriore stretta, a partire proprio dalla vita notturna. Così come ha già fatto il Regno Unito, che tuttavia continua a pagare un tributo pesante in termini di vittime (ieri 143, mai così tante dal 3 giugno).
In Italia, Paese che appariva al riparo dalla ripresa più virulenta del contagio, la situazione si sta conformando a quella del resto d’Europa. Ieri i casi registrati sono stati 5’901, e, soprattutto, è salito il numero di ricoveri in terapia intensiva: altri 62. In leggero aumento anche le vittime: 41 in un giorno, il numero più alto dal 17 giugno.
Il Covid non sembra avere ostacoli anche nei Paesi Bassi, che hanno registrato la cifra record di nuovi contagi in 24 ore, oltre 7’400, con una progressione che va avanti da giorni. In questo scenario, il governo ha bloccato la movida in tutto il Paese. “Fa male ma è necessario, dobbiamo essere più severi”, ha detto il premier Mark Rutte in tv annunciando un “lockdown parziale” che prevede la chiusura di tutti i bar, caffè e ristoranti. La vendita degli alcolici sarà vietata anche dopo le 20, per tentare di ridurre i contatti sociali. Le mascherine saranno obbligatorie al chiuso per tutti, sopra i 13 anni. L’Olanda ha attualmente il terzo tasso più alto di infezioni per centomila persone in Europa, dietro solo a Repubblica Ceca e Belgio. Il governo durante la prima ondata ha adottato una politica di restrizioni più rilassata rispetto ai partner europei. Adesso non vuole più ripetere lo stesso errore.
Sospesi due test del vaccino
Quanto ai vaccini in fase di sperimentazione – dieci quelli nella fase 3, finale – ieri Johnson & Johnson ed Eli Lilly hanno annunciato la sospensione dei test dei rispettivi prodotti. La prima azienda, dopo che uno dei partecipanti allo studio si è ammalato senza che gli esperti siano finora riusciti a trovare le cause. La seconda (sponsorizzata dall’amministrazione Trump) per “possibili preoccupazioni legate alla sicurezza”. Un analogo stop era stato deciso recentemente per il candidato vaccino della Oxford University con Irbm e AstraZeneca, ma il tutto si è risolto nell’arco di qualche giorno e la sperimentazione è poi ripresa.