Missione affidata a Livia Leu
Sarà la navigata diplomatica a tentare di sbloccare l’impasse sull’accordo quadro
Berna – Anticipato da diversi media (vedi anche ‘laRegione’ di ieri), ora l’arrocco in seno ai vertici della diplomazia elvetica è certezza: il caponegoziatore con l’Ue, Roberto Balzaretti, verrà sostituito da Livia Leu, attualmente ambasciatrice a Parigi. Quest’ultima è promossa a segretaria di Stato del Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae) e negozierà con Bruxelles. Il ticinese Balzaretti, finora a beneficio del titolo di segretario di Stato, andrà a Parigi quale ambasciatore.
È quanto deciso ieri dal Consiglio federale, si legge in una nota governativa, in cui si precisa che nel corso della riunione è stato anche approvato un adeguamento strutturale all’interno del Dfae: da gennaio 2021 la Direzione degli affari europei (Dae), finora in mano a Balzaretti, e la Direzione politica saranno fuse in un’unica Segreteria di Stato. Livia Leu ne assumerà la direzione col nuovo titolo. Stando al ministro degli esteri Ignazio Cassis, in un mondo sempre più interconnesso non ha più senso separare l’Europa dal resto del mondo. Incontrando i media, il capo del Dfae ha spiegato l’avvicendamento al vertice della diplomazia elvetica con la necessità di ridare slancio alle relazioni con l’Europa, il nostro partner più importante a livello politico e culturale, allo scopo di finalizzare l’accordo istituzionale (o “quadro”), forse il dossier più importante al momento per la politica estera elvetica, volto a rafforzare le relazioni tra Berna e Bruxelles.
‘Con un po’ di buona volontà...’
A nome del governo, Cassis ha avuto parole di elogio per Balzaretti per la bozza di accordo negoziata con l’Ue, «che ci ha permesso di condurre un dibattito interno su una base concreta».
Dal canto suo, Livia Leu si è detta consapevole della difficoltà del lavoro che l’attende, pur sottolineando di non essere una neofita circa i rapporti con l’Ue, essendo stata responsabile per gli accordi commerciali in seno alla Segreteria di stato dell’economia. In qualità di ambasciatrice in Francia, ha poi spiegato la neo segretaria di Stato, il dossier europeo era centrale per Parigi e quindi me ne sono occupata. A detta della diplomatica, l’accordo istituzionale riveste una grande importanza per le relazioni bilaterali con l’Ue e «con un po’ di buona volontà da entrambe le parti e creatività si troveranno soluzioni equilibrate».
Per quanto attiene all’accordo istituzionale, ha sostenuto Cassis, la nuova organizzazione è anche un segnale lanciato a Bruxelles sulla volontà della Svizzera, dopo il ‘no’ all’iniziativa sulla limitazione, di giungere a un’intesa sulla base delle osservazioni indirizzate un anno fa all’allora capo della Commissione europea Juncker. Nelle prossime settimane, ha aggiunto Cassis, il Consiglio federale definirà la sua posizione e avvierà i colloqui con l’Ue per risolvere le questioni in sospeso.
Livia Leu vanta una grande esperienza in tutti gli ambiti tematici prioritari della Strategia di politica estera 2020-2023. Dopo aver concluso gli studi a Zurigo e a Losanna, conseguendo la licenza in diritto e il brevetto di avvocato nel canton Zurigo, nel 1989 è entrata al Dfae. Ha ricoperto diverse funzioni sia alla Centrale a Berna che all’estero – capomissione in Iran, tra l’altro – e da due anni è ambasciatrice di Svizzera in Francia e nel Principato di Monaco. del nuovo caponegoziatore dell’Ue è un segnale del governo al ministro degli esteri Cassis affinché adotti una linea chiara a Bruxelles. Anche il Plr si aspetta ora che il Consiglio federale chiarisca “rapidamente le questioni in sospeso” con l’Ue. Il partito analizzerà e valuterà l’intesa nel suo insieme una volta chiariti tutti gli aspetti, ha detto. Per il Ppd, la nomina della nuova negoziatrice capo offre una via d’uscita da una situazione di stallo. Era chiaro che l’accordo quadro doveva essere limitato al suo scopo. La direttiva sulla cittadinanza non ne fa parte e deve essere regolata in un accordo separato, ha detto il vicepresidente del partito, il consigliere agli Stati Charles Juillard, all’agenzia KeystoneAts. L’Unione sindacale svizzera (Uss), che si è già detta disposta a difendere le misure di accompagnamento usando l’arma del referendum, auspica che con questo cambiamento le posizioni dei vari attori politici siano maggiormente prese in considerazione. Il presidente Pierre-Yves Maillard considera delicato il progetto, soprattutto per quanto riguarda l’adozione di norme in materia di servizio pubblico, il ruolo dello Stato e la tutela dei salari. «Dobbiamo escludere tali questioni dall’accordo o rivedere a fondo il meccanismo, altrimenti sarà un fallimento», ha detto Maillard.