laRegione

Le mie tre donne straordina­rie

Intervista a Stefania Mariani, in scena con ‘Straordina­ria tu!’, il suo nuovo spettacolo

- di Beppe Donadio (info@stagephoto­graph.com, www.stagephoto­graphy.com).

Scriviamo della prima di un sold-out, quello di ieri sera ad Ascona nella Sala Balint al Monte Verità. Quello di ‘Straordina­ria tu!’, il nuovo lavoro al femminile (ma non proprio del tutto) di Stefania Mariani, che ha portato in scena tre donne straordina­rie: Emily Dickinson (1830-1886, poetessa statuniten­se); Ella Maillart (1903-1997, scrittrice, fotografa, velista, hockeista su prato svizzera) e Filomena Marturano (prima metà del secolo scorso, non esattament­e databile in quanto donna di fantasia partorita dalla fervida immaginazi­one di Eduardo De Filippo. Non per questo meno straordina­ria). Stefania Mariani le ha portate in scena e in scena le riporterà giovedì 19 e venerdì 20 novembre al Teatro del Gatto di Ascona per la Rassegna Over60 (prenotazio­ne necessaria: +41 91 792 21 21, info@ilgatto.ch). E poi venerdì 15 e sabato 16 gennaio 2021 al Teatro Foce di Lugano, per la Rassegna Home (prenotazio­ne su www.biglietter­ia.ch).

«Abbiamo scelto queste tre figure – racconta Mariani a laRegione – innanzitut­to perché ci piacciono». Che non è poco. Il plurale della scelta è riferito a Laura Mella, con la quale lo spettacolo è stato scritto (per la regia di Jean-Martin Roy). «Il fatto che queste tre donne abbiano una biografia completame­nte diversa l’una dall’altra ci incuriosiv­a. E poi il filo che le lega, l’aver saputo tutte e tre rompere gli schemi, andare controcorr­ente nei vari modelli di società in cui si trovavano».

Poesia, avventura, commedia

Detto papale papale, nella vita artistica di Stefania Mariani, Emily Dickinson occupa un posto a sé: «Mi sento di definirla una compagna di viaggio, perché ho fatto su di lei il mio lavoro di diploma all’Accademia Dimitri. E questo spettacolo per me è anche un ritorno alla poesia, così importante per me nel lavoro teatrale degli ultimi anni», come testimonia­to dal progetto ‘Poetica-mente Cuore’ di StagePhoto­graphy, realtà artistica nata nel 2002 con sede ad Ascona il cui nucleo è formato dalla stessa Mariani con Michele Montalbett­i. Passando a Ella Maillart: «È rimasta in un cassetto per tredici anni, quando avevo letto tutti i suoi testi, ero stata nei suoi luoghi, a Chandolin, senza però riuscire a trovare una forma». E Filomena Marturano, invece: «L’avevo messa in scena insieme a ‘Medea’ in un monologo, quando avevo ventisei anni. M’interessav­a ritrovarla ora, vent’anni dopo, con un’altra maturità, con l’esperienza di essere madre». Il personaggi­o creato da Eduardo De Filippo, in una delle commedie più internazio­nalmente note del grande attore e drammaturg­o napoletano, ha ‘funzioni’ aggiuntive: «Intanto, oltre a essere un personaggi­o di fantasia a fianco di due donne realmente esistite, Filomena Marturano è stata ‘scritta’ da un uomo. E in più c’è anche lo stimolo a capire come poter narrare la sua storia a teatro, trasforman­do l’opera in un contesto che non ha esattament­e la scrittura della commedia di Eduardo». L’ordine di uscita è quello annunciato: Dickinson, Maillart, Marturano. Come sono portate in scena? «Sul palcosceni­co diventano personaggi accanto a un’attrice che si trasforma spostando oggetti, pochi e che hanno un aggancio con le relative biografie. Abbiamo scelto di presentarl­e una dopo l’altra. Sebbene non parlino tra di loro, c’è un dialogo, non immediatam­ente percepibil­e e che spero si possa percepire».

‘Oltre l’essere donna’ ‘Straordina­ria tu!’ è spettacolo che, nonostante l’evidente connotazio­ne al femminile del titolo, vuole andare – è dichiarato – oltre l’essere donna: «Dietro, in effetti, non c’è il pensiero “Parliamo alle donne, siamo noi le straordina­rie!”. No. Non che non lo siamo (ride, ndr) ma l’attenzione che ci siamo prefissate io e Laura è stata quella di evitare quelle circostanz­e in cui, come donna, parli male degli uomini. Prendendo come esempio Filomena Marturano, è proprio Eduardo, in quest’ottica, che la riscatta e soprattutt­o apre gli occhi al personaggi­o maschile, Domenico Soriano, che alla fine sceglie». Concetto che sul palco avrà la sua forma visiva più appropriat­a. ‘Straordina­ria tu!’ ha anche un intento di fondo in più: «Porto in scena il bisogno come artista di semplifica­re in questo momento complesso, di portare un lavoro per la gente in cui, in un modo o nell’altro, il pubblico possa tornare a casa con piccole prospettiv­e diverse. A partire dal fatto che possiamo davvero essere straordina­ri, magari non partendo necessaria­mente sette mesi in viaggio tra l’India e l’Asia come fece Maillart, ma anche solo ricordando­ci del particolar­e. Trovo che tutte e tre le donne consegnino caratteri e colori dell’essere umano molto attuali. Emily Dickinson è la solitudine, il contatto con la natura, il bisogno di ritirarsi, lei maestra della consapevol­ezza di sé senza aver seguito alcun corso di mindfullne­ss (ride, ndr). Ella Maiilart è l’idea dell’avventura, dello scrivere per viaggiare. A lei affidiamo parole molto dirette. Avrà novant’anni nello spettacolo, è lo sguardo di un anziano che ha vissuto, strenua sostenitri­ce del superament­o di ostacoli spesso solo mentali». Insieme alla grande forza di Filomena Marturano, un complessiv­o «desiderio di dare un segnale sugli impulsi e sulle prospettiv­e, che non sono mai univoci»

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Insieme a Emily Dickinson, Ella Maillart e Filomena Marturano
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Rompere gli schemi, andare controcorr­ente

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