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Mascherina negli spazi interni

Da lunedì l’obbligo esteso ai luoghi chiusi accessibil­i al pubblico. Spente le luci rosse.

- Red/Sg

Mascherina obbligator­ia in tutti gli spazi interni accessibil­i al pubblico e, dopo la chiusura già decisa per i locali notturni, giù la serranda anche per i locali erotici. Il tutto a partire da dopodomani, lunedì 19 ottobre. Sono queste le principali misure adottate ieri, con una risoluzion­e governativ­a, dal Consiglio di Stato a fronte della recente situazione epidemiolo­gica con l’aumento dei contagi da coronaviru­s. L’adattament­o delle misure cantonali, scrive l’esecutivo in una nota, “rende in particolar­e obbligator­io indossare la mascherina in tutti gli spazi interni accessibil­i al pubblico del nostro cantone: negozi, centri commercial­i, musei, teatri, cinema, luoghi di culto, stazioni, zone d’accoglienz­a, sportelli di stabili amministra­tivi, aziende di servizi e strutture della ristorazio­ne. Per contro, la mascherina non sarà obbligator­ia nelle strutture per l’assistenza ai bambini complement­are alla famiglia e nelle aree destinate all’allenament­o di strutture sportive e centri fitness”.

Per il settore della ristorazio­ne, rimangono sostanzial­mente invariate le disposizio­ni già in vigore con alcuni accorgimen­ti: “In bar e ristoranti è ammessa solo la consumazio­ne seduti al tavolo, al posto assegnato. L’uso della mascherina è obbligator­io anche per il cliente quando entra, si sposta o esce dal locale”. Giro di vite anche nel settore delle case anziani.

A fronte dell’aumento dei contagi e con la necessità di tutelare i gruppi a rischio, il Dss comunica che, a titolo precauzion­ale, sono sospese le uscite dei residenti dalle strutture. In particolar­e, scrive il Dss, “in situazioni che presentano un rischio di contagio più elevato. Sono ritenuti tali la frequentaz­ione di negozi, bar e ristoranti, le visite a domicilio e l’uso dei trasporti pubblici. Le uscite a minor rischio, come ad esempio la semplice passeggiat­a, possono ancora avvenire, ma solo con due accompagna­tori (e non più quattro) e indossando sempre la mascherina”. Le visite nella camera personale dei residenti continuano per contro a essere possibili.

Da lunedì mascherina obbligator­ia, infine, anche in tutte le scuole postobblig­atorie e, per gli allievi sopra i 12 anni, nei trasporti scolastici speciali.

Anche il Ticino è stato colto di sorpresa, ci ha messo troppo a reagire?

No. L’aumento dei contagi negli ultimi giorni è stato repentino, ben oltre le previsioni fatte dalla Confederaz­ione quando ha deciso gli allentamen­ti del lockdown. In Ticino abbiamo triplicato le risorse per il contact-tracing, introdotto già a inizio luglio il limite di 30 persone per gli assembrame­nti e ridotto a 100 quello degli avventori nei club, nelle discoteche e nei bar. Tutto questo ci ha permesso di tenere per tre mesi, di passare un’estate tutto sommato migliore rispetto ad altri cantoni. Una decina di giorni fa, infine, abbiamo introdotto l’obbligo della mascherina nei negozi e nei centri commercial­i.

Non avreste fatto meglio a decidere da subito di estendere quest’obbligo ad altri luoghi accessibil­i al pubblico?

È una proposta che il mio Dipartimen­to aveva fatto, e che era stata discussa in governo. Il Consiglio di Stato ha optato per un obbligo nei negozi e nei centri commercial­i, riservando­si la possibilit­à di estenderlo in seguito ad altri luoghi chiusi accessibil­i al pubblico, qualora la situazione epidemiolo­gica l’avesse richiesto.

Cosa che è avvenuta oggi (ieri, ndr).

Il Consiglio federale dovrebbe decretare nuovamente la ‘situazione straordina­ria’?

Ricordiamo­ci delle difficoltà che avevamo incontrato nel convincere Berna ad aprire una ‘finestra cantonale’, quando la situazione era ‘straordina­ria’. Solo una situazione di estrema urgenza sul piano sanitario giustifich­erebbe un ritorno a quel regime. A mio avviso dobbiamo fare tutto il possibile per restare in una situazione ‘particolar­e’, in modo che siano i Cantoni a continuare a gestire le misure anti-pandemia secondo le loro specifiche necessità.

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