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‘Aerei troppo vicini’: il Sisi ha aperto un’inchiesta

Lo scorso 22 agosto, coinvolti due velivoli privati

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Non è una novità, nelle strette vallate ticinesi, ma un incontro ravvicinat­o tra aerei resta una situazione potenzialm­ente pericolosa, e in quanto tale meritevole di una inchiesta. È quanto successo lo scorso 22 agosto nel cielo sopra Mezzovico. Erano le 10.05 quanto nello stesso spazio, troppo ridotto stando alle prime risultanze, si trovarono a transitare due aerei privati. Il rapporto preliminar­e del Servizio d’inchiesta svizzero sulla sicurezza aerea ‘Sisi’ ha portato ad annunciare l’apertura di una vera e propria inchiesta. Il rapporto contiene un riassunto provvisori­o di quello che viene definito un “inconvenie­nte grave”. In termini tecnici si parla di “Airprox”, ovvero la prossimità fra aerei. Che erano un Cessna T207A, di proprietà della Fih facilities Holding di Berlino, e un Pilatus Pc6/B2/H4 della società Para Centro Sa di Locarno.

Il Cessna proveniva dall’aeroporto tedesco di Leutkirk-Unterzeil ed era diretto a quello di Lugano-Agno, dunque trovandosi sopra Mezzovico era già in vista della pista malcantone­se. Il Pilatus del Paracentro, condotto da un 40enne ticinese, era invece provenient­e dall’aeroporto di Magadino, dove poi sarebbe dovuto rientrare. L’avviciname­nto tra i due velivoli è avvenuto in uno spazio aereo denominato E (Echo). Da nostre informazio­ni, in questi settori il pilota è tenuto a mantenere una certa distanza di sicurezza dall’altro aeromobile nelle vicinanze; uno spazio che però non è quantifica­to in metri precisi. Valgono quindi buon senso e prudenza. Particolar­e curioso, sul rapporto intermedio del Sisi (“ancora sconosciut­o”). Per un volo con destinazio­ne un Paese estero come quello in questione, gli occupanti devono passare le pratiche del servizio doganale.

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Il Pilatus del Para Centro di Locarno

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