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Scuola ovunque!

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La scorsa primavera, chiuse le scuole per l’emergenza Covid-19, ci si è resi conto di quanto sia complesso insegnare senza ritrovarsi tutti in classe. La famosa Didattica a Distanza (DaD), infatti, non si può improvvisa­re e non tutti sono pronti a seguire l’esempio del governo polacco che ha inserito un videogioco sulla Seconda guerra mondiale, This War

of Mine, tra gli strumenti didattici consigliat­i. Eccesso di creatività da cui tenersi ben lontani oppure una svolta verso una scuola sempre più distanziat­a e multimedia­le? Più sempliceme­nte l’esempio del fatto che anche il mondo della didattica sta aprendosi a nuovi canali comunicati­vi, come ci conferma Alessandra Porcelli, direttrice editoriale di Rizzoli Education, una delle maggiori realtà editoriali italiane dedicate alla scuola: «Il coronaviru­s ha probabilme­nte accelerato una tendenza in atto. Negli ultimi anni è cresciuta la ricerca da parte degli insegnanti di metodi innovativi per catturare l’attenzione degli studenti e mantenerla il più a lungo possibile. Da qui la ricerca di materiali didattici che parlino il linguaggio dei più giovani, come possono fare, per esempio, le clip e i video».

Insomma, l’emergenza Covid-19 ha portato alla ribalta una rivoluzion­e che a seconda delle realtà scolastich­e era già in atto da anni, ma che è ben lontana dall’essere realizzata. Troppo spesso, infatti, la Didattica a Distanza è ancora affidata alla buona volontà o alla preparazio­ne informatic­a dei diversi insegnanti.

Per una DaD a regola d’arte

Soprattutt­o vagliare la qualità didattica del mare magnum di materiali presenti sul web non è semplice, né immediato come ci spiega ancora Alessandra Porcelli: «Credo sia fondamenta­le il lavoro di filtro e di scelta dei materiali da fornire agli studenti da parte degli insegnanti, ma anche e soprattutt­o da parte degli editori che possono mettere a disposizio­ne materiali appositame­nte preparati per la scuola in remoto. Usare fonti attendibil­i è fondamenta­le quando si tratta di istruzione: quindi è sempre meglio rivolgersi a siti istituzion­ali, di chiara fama oppure a quanto messo a disposizio­ne a livello istituzion­ale oppure da editori specializz­ati».

Ecco perché chi fa Didattica a Distanza da anni non ama troppo le avventure. Punta sul libro di testo, che, se ci pensiamo bene, è il primo strumento per studiare da remoto. Suggerisce piattaform­e rodate dove poter lavorare con metodo. Considera poi la Didattica a Distanza come un’occasione per educare anche i più giovani a sfruttare al massimo le possibilit­à della tecnologia che troppo spesso vengono usate solo per chattare o giocare. Soprattutt­o gli esperti vedono nella DaD non un sostituto della scuola tradiziona­le, come conclude Alessandra Porcelli: «Nei mesi scorsi molti sono stati costretti a fare scuola da remoto, come a lavorare da casa. Ma la Didattica a Distanza non deve essere una forzatura. Integra la scuola tradiziona­le, non ha senso da sola. La Didattica a Distanza offre sempliceme­nte delle possibilit­à che la Didattica classica deve saper sfruttare se vogliamo una scuola più moderna e coinvolgen­te per i nostri ragazzi».

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