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L’80% dice: ‘S’istituisca il Consiglio comunale’

Ecco l’esito del sondaggio. Decisione a dicembre

- Di Guido Grilli

Basta assemblea comunale, si istituisca il Consiglio comunale. Questo, in estrema sintesi, l’esito del sondaggio promosso dal Municipio di Vico Morcote che ha chiesto agli aventi diritto di voto – 210, di cui 12 residenti all’estero – di pronunciar­si sulla possibilit­à di cambiare ordine legislativ­o nel Comune e creare il Consiglio comunale. Ebbene, l’esito dell’indagine ha dato il seguente e chiaro responso: l’80% dei partecipan­ti al sondaggio si è detto favorevole a un cambiament­o istituzion­ale. Il restante 20% ha invece indicato nero su bianco che intende mantenere l’attuale situazione, ossia continuare con l’assemblea comunale. Nessuno si è astenuto. Se l’esito del rilevament­o è esplicito, va tuttavia considerat­o che la percentual­e di coloro che si sono espressi nel sondaggio – solo coloro iscritti al catalogo elettorale – è piuttosto bassa: sfiora appena il 50%, insomma soltanto la metà ha ritornato il questionar­io in cancelleri­a entro venerdì scorso, termine ultimo di consegna.

Il Comune a quota 431 abitanti

Ora l’ultima parola spetterà all’Assemblea comunale, che con buona probabilit­à – pandemia permettend­o – verrà convocata entro dicembre, quando all’ordine del giorno figurerà un’altra trattanda importante, il bilancio prevenivo 2021 dell’amministra­zione comunale. Ma può Vico Morcote fare il balzo e passare dall’assemblea al Consiglio comunale? La risposta è affermativ­a. Infatti, come recita la costituzio­ne del Canton Ticino e l’articolo 42, capoverso 1, della Legge organica comunale (Loc) – citiamo – “L’istituzion­e del Consiglio comunale è possibile in tutti i Comuni che contano almeno 300 abitanti. Il numero dei membri, da stabilire tramite il Regolament­o organico comunale, può variare da un minimo di 15 a un massimo di 60. I Comuni con più di 5’000 abitanti devono però avere un Consiglio comunale composto da almeno 30 membri”. Ebbene, Vico Morcote conta, secondo il rendiconto aggiornato al 31 dicembre 2019, 431 abitanti e pertanto è legittimat­o a cambiare organo legislativ­o e, dunque, a ripartire i propri seggi fra i gruppi politici presenti in base al quoziente elettorale, “ogni partito ha diritto a tanti consiglier­i comunali quante volte il quoziente elettorale è contenuto nel numero dei voti da esso conseguiti; le liste che non hanno raggiunto il quoziente non partecipan­o alla ripartizio­ne; i seggi non assegnati per quoziente intero vengono attribuiti ai partiti aventi le maggiori frazioni”. Tutte regole ben note.

Ma se il sondaggio, promosso dal Municipio per sondare il parere della popolazion­e, ha sortito una significat­iva indicazion­e sull’importante tematica, pur se compilato soltanto dalla metà dei destinatar­i – gli aventi diritto di voto – resta il fatto che in ultima istanza sarà l’assemblea comunale, che appunto prevede alle sedute la possibilit­à di partecipaz­ione attiva dell’intera popolazion­e iscritta al catalogo elettorale, ad avere l’ultima parola. Uno dei motivi per cui il Municipio, guidato dal sindaco Giona Pifferi, ha promosso il sondaggio risiede nel limite dei partecipan­ti ai lavori imposto dalla pandemia: non più di cento i membri ammessi. Un numero in realtà raramente raggiunto, ma che pone alla convocazio­ne un problema in ambito di diritti democratic­i. Vero è che il problema a Vico Morcote è spesso quello di non raggiunger­e il quorum, fissato in una ventina di abitanti. Pertanto, l’istituzion­e del Consiglio comunale – con 15 membri – risolvereb­be il problema. Affaire à suivre.

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