laRegione

Il Vallese ingrana la quarta

Misure draconiane contro l’impennata dei casi

- Ats/sg/Mel

Sion – Con 900 casi su 14 giorni per 100mila abitanti, il Vallese è attualment­e il cantone più colpito dalla pandemia di coronaviru­s. Ma non è soltanto l’evoluzione dei contagi (triplicati nell’ultima settimana) e del tasso di positività (passato in sette giorni dal 16,4% al 28,5%) a suscitare apprension­e. Anche il numero dei ricoveri continua a crescere in modo particolar­mente preoccupan­te, e c’è il concreto rischio che l’Ente ospedalier­o non sia più in grado di assorbire l’afflusso di pazienti. Per sua stessa ammissione con le spalle al muro, il Consiglio di Stato ha adottato ieri una serie di misure draconiane per lottare contro la diffusione dell’epidemia. Come la chiusura dei ristoranti alle 22, partite di calcio e hockey su ghiaccio senza pubblico e il divieto di raduni di oltre 10 persone su suolo pubblico e privato (messe e funerali compresi). I provvedime­nti, hanno spiegato le autorità cantonali in una conferenza stampa, entrano in vigore oggi e resteranno validi fino al 30 novembre al più tardi. Se vogliamo salvare la stagione invernale «dobbiamo agire subito», ha detto il presidente del Consiglio di Stato Christophe Darbellay (Ppd).

Tra le altre misure adottate vi è l’obbligo di indossare una mascherina in tutti i luoghi di lavoro chiusi (anche sui veicoli), in particolar­e negli uffici pubblici e privati. Solo chi lavora da solo o non può farlo per motivi medici può rinunciare alla protezione facciale. Inoltre, dovranno chiudere locali notturni, discoteche e postriboli, ma anche cinema, teatri, musei, bibliotech­e, fitness, centri benessere, piscine, bowling, sale da concerto e altri luoghi simili. Visite a ospedali e case di cura non saranno più possibili. Le scuole rimarranno invece aperte.

Il governo vallesano ha decretato anche il divieto degli sport di contatto come calcio, basket e hockey. Una eccezione è prevista per i club profession­istici, che non potranno però ospitare spettatori alle partite. «È una decisione che non fa certo il gioco delle società di calcio – spiega a ‘laRegione’ il direttore generale dell’Fc Sion Marco Degennaro –. La salute però viene prima di tutto. I numeri qui in Vallese sono diventati davvero molto preoccupan­ti, stiamo soffrendo. Un provvedime­nto di questo tipo era nell’aria, è la conseguenz­a di un’emergenza fattasi pressante».

In mille alle partite del Basilea

Altri cantoni stanno correndo ai ripari, optando per misure più severe di quelle in vigore a livello federale. Dopo Berna, anche i semi-cantoni di Basilea-Città e Basilea-Campagna hanno deciso di limitare a 1’000 il numero massimo di spettatori che potranno assistere alle partite casalinghe dell’Fc Basilea e ad altri grandi eventi. Il provvedime­nto entra in vigore con effetto immediato ed è valido fino alla fine dell’anno. In Argovia i servizi del medico cantonale hanno invece autorizzat­o l’Fc Aarau ad accogliere fino a 3’400 spettatori seduti nello stadio del Brüggifeld. I tifosi dovranno comunque portare la mascherina, mantenere la distanza raccomanda­ta e non potranno bere alcol.

Il canton Soletta ha invece deciso che bar, club, discoteche e locali da ballo dovranno chiudere all’una di notte nel fine settimana e non potranno accogliere più di 300 persone contempora­neamente. Questa e altre misure saranno valide fino alla fine gennaio. Il canton Giura, dal canto suo, ha introdotto l’obbligo di portare la mascherina negli eventi pubblici e privati con più di 15 persone, all’esterno come all’interno.

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KEYSTONE 'Dobbiamo agire subito’, ha detto il presidente del governo Christophe Darbellay

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