laRegione

‘Settimane decisive’, nuove restrizion­i in arrivo

Alain Berset anticipa un altro giro di vite

- Di Stefano Guerra

Berna – «Tre settimane fa avevamo una delle migliori situazioni in Europa. Oggi abbiamo una delle situazioni peggiori». Una situazione «molto seria», che «si degrada più rapidament­e del previsto» e che «deve preoccupar­ci». Nel giorno in cui i nuovi contagi in Svizzera hanno sfiorato quota 5’600 (quasi due volte quelli di martedì), e mentre gli esperti della task force governativ­a paventano un raddoppio di settimana in settimana dei casi e delle ospedalizz­azioni, il consiglier­e federale Alain Berset sottolinea l’urgenza del momento: «Non abbiamo molto tempo. Le prossime due o tre settimane sono decisive». Qualora i provvedime­nti adottati domenica dal Consiglio federale e quelli predispost­i dai Cantoni (cfr. a lato) non dovessero influire nei giorni a venire sull’evoluzione dei contagi e, soprattutt­o, delle ospedalizz­azioni (115 quelle registrate nelle ultime 24 ore), il Governo – ha affermato il ministro della sanità – «si prepara ad adottare tutta una serie di misure» mercoledì prossimo. O forse prima, se la situazione lo richiederà.

Mini-lockdown non escluso

«È difficile spiegare cosa abbia portato» a questo repentino peggiorame­nto, ha detto Alain Berset. Una cosa è certa: «Se si continua di questo passo senza reagire la situazione rischia di peggiorare ulteriorme­nte». Si tratta anzitutto di «evitare il sovraccari­co degli ospedali», un fenomeno che alcuni Cantoni (Ginevra, ad esempio: vedi sotto) cominciano a toccare con mano.

Il giro di vite appare scontato. Il friburghes­e ieri si è limitato a indicare i «probabili» ambiti nei quali il Governo potrebbe intervenir­e: locali pubblici, assembrame­nti e grandi manifestaz­ioni, pubbliche e private. In una conferenza stampa a Berna, il consiglier­e federale – che ha definito «coraggiosa» la decisione del Canton Berna di limitare a mille il numero di spettatori nei grandi eventi – non ha escluso esplicitam­ente la possibilit­à di un mini-lockdown di un paio di settimane. «Non siamo ancora in una situazione che lo richiede. Ma le cose possono cambiare molto velocement­e», ha concesso.

L’opzione è oggetto di approfondi­mento da parte dell’esecutivo. Sarebbe lo scenario peggiore. «L’obiettivo – ha dichiarato Berset – è evitare una chiusura della società». Da qui il rinnovato appello alla popolazion­e e alle aziende, nel pieno di una stagione autunnale che – incitando le persone a rimanere al chiuso – rende la vita più facile al virus. «È necessario prestare attenzione alle distanze e a non infettarci». Inoltre «il telelavoro non è solo uno slogan. Ed è tempo di rinunciare alle feste private o di rimandarle a tempi migliori».

La palla ad ogni modo resta fondamenta­lmente nel campo dei Cantoni. L’attuale situazione “particolar­e” non impedisce al Consiglio federale di adottare misure anche incisive. Ma la legge sulle epidemie obbliga il Governo a consultare i Cantoni ad ogni nuova decisione. E questo richiede un certo tempo, ha riconosciu­to Alain Berset.

Differenze enormi

Il ministro della sanità comunque ha avuto parole di elogio per i Cantoni, che finora «hanno fatto molto» per tenere a bada il virus. Il loro ruolo è centrale e c’è un buon coordiname­nto con la Confederaz­ione, ha rilevato il consiglier­e federale.

Qua e là però – per ragioni che al momento non si riesce del tutto a capire – la situazione è sfuggita di mano (come in Vallese, cfr. a lato). Attualment­e le differenze tra un cantone e l’altro sono enormi. Alcuni sono più colpiti di altri e sfiorano i 900 casi ogni 100mila abitanti; altrove ne contano circa 130: il rapporto è di 1 a 7. Berset e il Consiglio federale si aspettano che le autorità cantonali «facciano di più» e agiscano «più velocement­e». Proprio oggi è previsto un incontro a Berna tra lo stesso Berset e i rappresent­anti della Conferenza dei direttori cantonali della sanità.

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KEYSTONE Oggi incontro con i Cantoni
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KEYSTONE Preoccupa soprattutt­o l’aumento dei ricoveri

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