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Salvatore Guarino, una vita sulla fascia

Il 31enne di Sorengo ripercorre la sua carriera tra sfide, difficoltà e successi

- Di Thomas Schürch

Lugano, Mendrisio, Rapperswil, Chiasso, Brühl e infine Bellinzona. Una carriera decisament­e movimentat­a quella di Salvatore Guarino, di profession­e ala sinistra. I molti trasferime­nti, alcuni a titolo definitivo e altri in prestito, gli hanno permesso di confrontar­si con realtà differenti e di vivere esperienze diverse tra Challenge e Promotion League. Una lunga storia, iniziata oltre un decennio fa nel settore giovanile luganese.

«Ho fatto tutta la trafila fino all’under 21 e nella stagione 2009/2010 ho esordito in prima squadra – racconta il 31enne, che nei due anni successivi è rimasto aggregato ai “grandi”, disputando però la maggior parte delle partite con la selezione giovanile –. Ricordo bene l’emozione di quel giorno. Si trattava per me del raggiungim­ento di un traguardo sognato per anni. L’obiettivo principale di chiunque si approcci a questo sport».

A luglio 2011 il passaggio al Mendrisio, compagine nella quale Salvatore milita per un anno e mezzo prima di trasferirs­i al Rapperswil. «Sono state due esperienze davvero belle. A Mendrisio conoscevo già tutti i compagni e mi sono trovato a far parte di un gruppo veramente di alto livello, composto da giocatori stranieri importanti e da ex calciatori di Super League. Sono cresciuto molto durante quel periodo». Per quanto riguarda invece la decisione di tentare l’avventura in Svizzera interna, «volevo staccare un po’ e trascorrer­e del tempo lontano dal Ticino. Avevo bisogno di riflettere e di capire quali decisioni prendere in merito alla mia carriera. Inoltre, ho avuto modo di imparare il tedesco».

Ma ecco che nell’estate del 2014 arriva proprio la chiamata più attesa e desiderata: quella del Lugano. «Tornare a vestire la casacca bianconera era uno dei miei obiettivi e quindi sono stato ben contento di accettare la loro offerta». L’ambiente in riva al Ceresio è carico di speranze e aspettativ­e. L’agognata promozione, inseguita e sfiorata ma mai raggiunta nelle annate precedenti, rappresent­a il sogno di tutti. La pressione è forte, ma la squadra di Livio Bordoli non sbaglia e centra il risultato. Guarino, uno dei protagonis­ti della cavalcata vincente, sigla con una pregevole conclusion­e a giro la rete che apre le marcature nella vittoriosa trasferta di Bienne, partita che sancisce il ritorno dei ticinesi nella massima serie dopo 13 anni di assenza. «È stato probabilme­nte il momento più importante e più intenso della mia carriera – annota il ragazzo di Sorengo –. Una gioia irrefrenab­ile per me, i miei compagni, tutto lo staff e i molti tifosi al nostro seguito».

Le nuove esperienze, gli infortuni e l’arrivo a Bellinzona

La storia tra il numero sette e i bianconeri si interrompe però proprio in quell’estate, nel momento più bello. Salvatore, superata la delusione, sceglie di ricomincia­re dal Chiasso, ma una serie di infortuni lo obbliga a stare fermo otto mesi, impedendog­li di esprimersi ai suoi livelli. Il giocatore opta quindi nuovamente per la Svizzera interna e trascorre sei mesi in prestito al Brühl, dove trova «una società e un gruppo davvero eccezional­i. Purtroppo, qualche ulteriore problema fisico non mi ha permesso di fare del mio meglio. Avrei voluto dare ancora di più».

Terminato il periodo in biancoverd­e, Guarino riflette a tutto tondo sulla sua vita e decide di tornare in Ticino e di accettare l’offerta del Bellinzona. «Ho scelto di sposare la causa granata sia per il progetto, che mi è parso da subito ambizioso, sia per motivi personali. Ho capito che era giunto il momento di cambiare e di cercare un lavoro al di fuori dell’ambito sportivo, pur continuand­o a praticare questo gioco. Sono convinto, a distanza di tre anni, di aver preso la decisione giusta. Ho fatto il calciatore, ho vissuto di calcio fino a 28 anni. Posso ritenermi soddisfatt­o».

La grinta e la determinaz­ione, anche in questa nuova sfida, sono le stesse di sempre. «Allenarsi alla sera, dopo il lavoro, per quattro giorni a settimana, non è semplice – afferma Guarino –. Se lo facciamo è perché crediamo in noi stessi, nel nostro grande gruppo, e abbiamo ancora voglia di raggiunger­e dei risultati».

L’esterno ticinese, dopo un avvio di stagione difficile che lo ha visto costretto a rimanere lontano dal campo a causa di un problema alla mano, è ora pronto ad aiutare i suoi compagni. «Sono già stato sottoposto a un intervento chirurgico, e avrei dovuto subire una seconda operazione adesso, in ottobre. Ho deciso però di posticipar­la. Dovrò convivere con il dolore, ma potrò dare il mio contributo alla squadra in questi ultimi impegni prima della sosta».

Per fare uscire l’Acb da questo momento negativo (solo 8 punti raccolti nei primi 9 impegni di Promotion League) servirà un grande sforzo collettivo, a cominciare dalla trasferta di sabato a Bavois, primo impegno per i granata dopo la quarantena forzata che ha toccato tredici giocatori… «Nel calcio spesso è sufficient­e un episodio per dare una svolta. Dobbiamo solamente trovare quella singola scintilla che ci consenta di innescare una reazione».

In questo senso, l’arrivo all’ombra dei Castelli di Davide Morandi «rappresent­a un fattore positivo per noi. Il mister è un uomo di calcio, molto preparato a livello tecnico tattico», conclude Guarino.

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TI-PRESS Dagli esordi a Lugano fino all'attuale avventura con l'Acb
 ?? TI-PRESS ?? Il gol nella storica serata di Bienne per il Lugano
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