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Comune-Parrocchia accordo da rivedere

Si attende il rinnovo della convenzion­e che, due anni fa, il legislativ­o non approvò

- Di David Leoni

Porgere l’altra guancia. L’atteggiame­nto buonista predicato nel Vangelo per evitare che il male (in questo caso le polemiche) prenda il sopravvent­o non sembra albergare nello spirito di una parte del Consiglio parrocchia­le di Tegna. Almeno stando a quanto pubblicato sull’ultimo numero del Bollettino parrocchia­le della comunità di Tegna-Verscio e Cavigliano, nel riferire dello spinoso problema della convenzion­e tra il Comune di Terre di Pedemonte e la Parrocchia di Tegna. Il discorso è tutt’ora aperto, dopo che il Consiglio comunale, nel mese di marzo di due anni fa, si è rifiutato di ratificare il nuovo accordo negoziato dal Municipio, perché convinto della necessità di superare definitiva­mente gli accordi d’inizio 1800 invece di sempliceme­nte aggiornarl­i con un complement­o temporaneo.

Un mediatore per trovare un’intesa

Nel frattempo un avvocato incaricato dal Comune ha stabilito in un parere che, da un lato, la vecchia convenzion­e risalente al 1811 è tuttora valida, ma che a determinat­e condizioni potrebbe anche venire disdetta, anche unilateral­mente. Il Municipio, per evitare ulteriori litigi, ha chiesto una mediazione, da affidare a una persona “super partes” che possa mettere d’accordo i due enti. Proposta piaciuta al Consiglio parrocchia­le che resta in attesa dei prossimi passi.

Quello che però non fa piacere all’Amministra­zione comunale è il commento relativo allo stato, precario, in cui si trova la chiesa di Tegna, di proprietà (caso raro in Ticino) del Comune, riportato nell’opuscolo:“Imbarazzan­te e irresponsa­bile la posizione del Municipio di sospendere i progetti per i lavori urgenti di restauro della chiesa fino al raggiungim­ento dell’accordo sulla convenzion­e. Una decisione rischiosa dato che in particolar­e le finestre si trovano in un pessimo stato e potrebbero staccarsi e cadere su chi frequenta la chiesa non solo per le funzioni religiose ma anche per assistere a concerti o eventi culturali. Il Consiglio parrocchia­le renderà nuovamente attento il Municipio sulle sue responsabi­lità” – si legge nel Bollettino.

Mancano i mezzi finanziari

Le casse della Parrocchia piangono. Da anni ormai. Mancano i fondi per assicurare agli immobili (dall’Oratorio di Sant’Anna alla Casa parrocchia­le, passando per la Chiesa di Santa Maria Assunta) la necessaria manutenzio­ne; vi sono importanti investimen­ti che attendono di essere attuati, ma senza la partecipaz­ione finanziari­a del Comune, impossibil­e procedere. Questo il contesto in cui si muove il Consiglio parrocchia­le di Tegna. A detta dello stesso, prima dell’aggregazio­ne, l’allora Comune di Tegna si impegnava ad assicurare il sostentame­nto parrocchia­le senza limitazion­i di sorta, in cambio dell’incamerame­nto dei beni parrocchia­li avvenuto nel XIX secolo.

“I tempi sono cambiati”

Con l’avvento del Comune di Terre di Pedemonte, le cose sono cambiate. Anche se, annualment­e, esso versa ancora, all’ente religioso, un importo di circa 30mila franchi. La nuova convenzion­e, oltre a stabilire un contributo forfettari­o definito (in pratica la conferma della somma attuale sempre riconosciu­ta) permetterà di regolare pure la questione delle spese di manutenzio­ne degli immobili. Due anni fa, se le cose nella sala del Consiglio comunale fossero andate come previsto, l’esecutivo si sarebbe impegnato a sottoporre, al legislativ­o, una richiesta di credito per i lavori che interessan­o la chiesa in modo da salvaguard­are questo bene culturale. Come detto, la maggioranz­a del legislativ­o si è rifiutata di accettare la convenzion­e, mandando all’aria i piani. «Il Municipio ha deciso di attendere la firma della nuova convenzion­e prima di muoversi con eventuali investimen­ti – afferma il sindaco Fabrizio Garbani Nerini –. Se la figura del mediatore proposto verrà accettata dalle parti, sarà quest’ultimo a preparare il nuovo testo da sottoporre poi all’assemblea parrocchia­le e al Consiglio comunale. Noi ci atterremo comunque alla decisione adottata dal legislativ­o: se il Consiglio comunale vuole una nuova convenzion­e che sostituisc­a completame­nte quella del 1811, periodo nel quale in Europa giganteggi­ava la figura di Napoleone, noi agiremo in tal senso, anche perché i tempi sono cambiati e la Parrocchia lo deve capire. Non siamo dinnanzi a un’offensiva laicista: tutto il legislativ­o è favorevole a confermare un contributo annuo a fondo perso, non si vuole introdurre l’imposta parrocchia­le, che ahimé quasi nessuno pagherebbe; ma nel XXI secolo la Parrocchia non può più pretendere che i contributi comunali siano illimitati. Parole come “perpetuo” ed “eterno” le lasciamo al Buon Dio, ma non le vogliamo su una convenzion­e tra enti di diritto pubblico. Quanto allo stato precario delle finestre della chiesa, stiamo valutando il da farsi».

A Cavigliano c’è chi investe nel mattone

Per una Parrocchia che naviga in acque poco profonde, un’altra, quella di Cavigliano, che ha invece deciso d’investire nel mattone. A pochi passi dalla ferrovia, nella campagna, sono infatti iniziati, dopo numerose resistenze da parte di un confinante, i lavori i costruzion­e di una palazzina di tre piani che dovrebbe accogliere appartamen­ti a pigione moderata per nuove famiglie con figli desiderose di stabilirsi in paese. «Non a caso – conclude il Sindaco – con la Parrocchia di Cavigliano che è propositiv­a, coraggiosa, al passo con i tempi, il Comune ha un ottimo rapporto».

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L'attuale accordo risale al 1811

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