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Deposito Arl, il Municipio: ‘Sì alla salvaguard­ia’

Tutela del bene, ma con possibilit­à edificator­ie

- Di Dino Stevanovic

Sì alla tutela locale dell’autorimess­a delle Autolinee regionali luganesi (Arl). Il Municipio di Lugano si allinea alla posizione della maggioranz­a della Commission­e della pianificaz­ione, che a settembre ha formulato un rapporto positivo sulla mozione del dicembre scorso che chiedeva una modifica del Piano regolatore per salvaguard­are lo storico stabile. Le osservazio­ni dell’esecutivo rappresent­ano un tassello importante su uno dei temi cittadini più dibattuti dell’anno.

A fine 2019 viene pubblicata una domanda di costruzion­e che prevede l’abbattimen­to dello stabile Arl. L’istante, Artisa Sa – che ha sottoscrit­to anche un diritto di compera da 13 milioni di franchi –, intende costruire appartamen­ti mono e bilocali a bassa pigione, un albergo a tre stelle e una zona multiuso. Un progetto conforme al Piano regolatore (Pr), ma tra dicembre e febbraio fioccano proteste e malumori: quattro mozioni (delle quali una in Gran Consiglio), un’interpella­nza, un’interrogaz­ione, l’opposizion­e della Società ticinese per l’arte e la natura (Stan), la presa di posizione critica dell’Associazio­ne cittadini per il territorio di Viganello e una petizione sottoscrit­ta da 1’700 cittadini. E perfino un preavviso negativo dal Cantone: il progetto non soddisfa il principio di inseriment­o paesaggist­ico e urbanistic­o previsto dalla Legge cantonale sullo sviluppo territoria­le. Società civile e politica si sono mosse, ma è pur vero che non vi è alcuna tutela a favore dell’edificio, sebbene questo sia menzionato dall’Inventario federale degli insediamen­ti svizzeri da proteggere Isos. «Il mantenimen­to del bene culturale è stato espresso da più parti e in maniera ampia – sottolinea Angelo Jelmini, da noi sentito per confermare la notizia –. Dopo un’attenta analisi come Municipio invitiamo il Consiglio comunale (Cc) ad accogliere la mozione, ma con due precisazio­ni».

Il Piano regolatore attuale è superato

Innanzitut­to, il tema della revisione del Pr per l’esecutivo non dovrebbe riguardare solo lo stabile Arl ma l’intero comparto di via La Santa. «Qualora venissero identifica­te delle parti che necessitin­o interventi prioritari, si potrebbero preparare dei moduli appositi per farlo» aggiunge il capodicast­ero Sviluppo territoria­le. Secondo: per il Municipio «è opportuno sentire nuovamente i proprietar­i delle particelle interessat­e (oltre ad Arl e la Città stessa, Bolliger & Tanzi Sa, ndr). Desideriam­o spiegare che lo sviluppo urbanistic­o che intravedia­mo può essere interessan­te per loro e non penalizzan­te, affinché capiscano che stiamo facendo un lavoro proiettato verso una densificaz­ione qualitativ­a, alternativ­a a quella prevista dal Pr attuale». La Città ha basato la propria decisione anche su uno studio che sostanzial­mente considera superato il Pr. Nel 2004 l’allora Comune di Viganello si dotò di uno strumento che identifica­va in via La Santa il principale asse urbano, prevedendo un boulevard affiancato da edifici contigui, con un’alberatura sul versante nord e un porticato su quello sud. «Lo studio – ancora il municipale – ha dimostrato che quest’idea, ritenuta comunque un gesto urbanistic­o allora sicurament­e importante e condivisib­ile, si è dimostrata irrealizza­ta, se non solo molto parzialmen­te. Inoltre, il Pr risulta essere troppo rigido e non ha tenuto conto sufficient­emente del tessuto urbano esistente, della struttura fondiaria e della sensibilit­à storica». In sintesi, l’idea del boulevard risulta da un lato già abbandonat­a e dall’altro impraticab­ile. «La costruzion­e del campus Usi-Supsi è stata possibile già grazie a un primo cambiament­o di Pr, discostand­osi quindi dal boulevard – spiega Jelmini –. Vi sono poi almeno un paio di anomalie: oltre allo stabile Arl, c’è il condominio Casa Alta: il Pr ne presupporr­ebbe la demolizion­e, ma lo riteniamo poco attuabile». L’idea del boulevard andrebbe quindi messa definitiva­mente da parte, per «ragionare in modo diverso: i risultati dello studio sono tranquilli­zzanti. Sono convinto ci siano opportunit­à interessan­ti, per coniugare il mantenimen­to di questo bene culturale significat­ivo per la zona, senza penalizzar­e da un profilo fondiario le Arl, conservand­o le possibilit­à edificator­ie». In sostanza, l’autorimess­a – una testimonia­nza storico-architetto­nica delle costruzion­i industrial­i di inizio Novecento – verrebbe tutelata, ma si potrebbe costruirle attorno. «Andando maggiormen­te in altezza si andrebbe a recuperare quelle possibilit­à edificator­ie che andrebbero perse dovendo mantenere il bene culturale. Penso a un recupero simile a quello effettuato per il Canvetto luganese».

Parola ora al Cc, che sembrerebb­e essere orientato alla tutela. I commissari di Plr (escluso Nacaroglu: firma con riserva), Ps e Ppd hanno sottoscrit­to infatti il rapporto. Non così quelli di Lega e Udc, ma è anche vero che a suo tempo sul ‘Mattino della Domenica’ sono comparsi articoli a sostegno dello stabile. Sebbene vi sia un’incognita a destra quindi, i numeri per proteggere l’ex deposito della Ferrovia Lugano-Cadro-Dino sembrerebb­ero esserci.

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TI-PRESS Parola ora al Consiglio comunale

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