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Malgin e Bertschy colpiscono ancora

Il friborghes­e e il solettese condannano un buon Ambrì al quinto kappaò di fila

- Di Valdo Baumer

Losanna – Solo per cinque minuti, appena dopo metà partita, si è vista tutta la differenza di qualità che c’è fra Losanna e Ambrì Piotta. Tanto è bastato, però, per permettere ai vodesi di vincere anche la seconda sfida ravvicinat­a con i biancoblù. Ancora per 3-2, di nuovo con tutte le reti romande firmate da Malgin e Bertschy (e fanno 3 a testa): «Sono veloci e tecnici, pertanto sono difficili da fermare e possono fare la differenza in partita – commenta Zaccheo Dotti –. Di sicuro fino a domani ci ricorderem­o di loro...».

Alla Vaudoise Arena nei primi venti minuti succede ben poco: l’Ambrì ha solo due momenti di pressione, uno dopo dieci minuti e l’altro nel finale, tuttavia vince troppi pochi ingaggi offensivi per mettere davvero in difficoltà i vodesi. Per il resto del tempo i biancoblù pensano a difendersi e lo fanno in sicurezza, anche in doppia inferiorit­à. Il Losanna porta vieppiù spinta offensiva, legittiman­do il doppio vantaggio maturato oltre metà partita, dopo un tiro nello slot di Malgin, che conclude una bella azione di Gibbons, e all’iniziativa di Bertschy lanciato da Heldner, con i due rimediano alla situazione di 3 contro 1 sciupata poco prima da Kenins. Nel corso del periodo centrale l’Ambrì non riesce a sfruttare due power-play, ma dimezza comunque lo scarto grazie a Ngoy, che fulmina Stephan a 2’ dalla pausa con uno ‘slap’ dalla blu.

Il gol dà fiducia agli ospiti che si ripresenta­no nel periodo conclusivo determinat­i alla ricerca del pareggio. Stephan è sempre molto solido. Fohrler prova a dare la carica ai suoi con una mini-bagarre con Marti. Tuttavia la successiva situazione di 4-4 favorisce la maggior classe dei Leoni, più precisamen­te quella di Bertschy che firma la doppietta con una giravolta. L’Ambrì non demorde e in cinque contro tre Nättinen – sempre lui! – accorcia le distanze. Ci sarebbero ancora tre minuti e mezzo per pareggiare, e sarebbero più che sufficient­i, ma lo spunto giusto non arriva. «Abbiamo giocato bene sia difensivam­ente che offensivam­ente, ma quel poco che abbiamo concesso lo abbiamo pagato caro». Bastano queste parole di Dotti, in fondo, per riassumere la serata dell’Ambrì. E alla fine si torna sempre lì, alla mancanza di concretezz­a: «In power-play o a cinque contro cinque i gol devono arrivare. Se poi riuscissim­o ad aumentare la percentual­e in superiorit­à numerica, questo ci darebbe una grossa mano».

Rispetto a martedì si possono comunque notare dei passi avanti: «In confronto al primo tempo della Valascia abbiamo trascorso meno tempo in difesa, sebbene sia ancora stato parecchio. Però per vincere dobbiamo stare addosso il più a lungo possibile ai nostri avversari, o ancora meglio andare noi in vantaggio per primi, perché è difficile dover sempre rimontare una o due reti. Dobbiamo riuscire a fare noi il primo gol». Non è un caso, infatti, che ciò sia avvenuto soltanto contro il Ginevra, nell’unica partita vinta dai biancoblù delle otto giocate.

Per Dotti è stata un’occasione speciale, tornare nella pista in cui in primavera aveva sollevato la Coppa Svizzera con l’Ajoie: «Appena sono sceso dal bus e ho visto lo stadio mi è subito venuta in mente la finale di Coppa, anche se quella volta giocavamo in casa e oggi in trasferta. Per cui mi sono subito trovato bene. In ogni partita cerco d’imparare qualche trucchetto e accumulare esperienza per chiudere il gap fra la B e la A. E certi ricordi danno sicurament­e una spinta in più». Emozioni positive che Dotti e compagni dovranno conservare, nonostante le sconfitte subite.

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KEYSTONE I vodesi ritrovano Conacher, ma i protagonis­ti sono gli stessi di martedì alla Valascia

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