Oms e Wikipedia contro l’infodemia
L’Organizzazione mondiale della sanità e la Wikimedia Foundation, l’organizzazione no profit che amministra Wikipedia, hanno avviato una collaborazione per migliorare la diffusione delle informazioni più recenti e affidabili sul Covid-19.
Non è il primo intervento dell’Oms per contrastare la disinformazione sul nuovo coronavirus. Quella in corso è del resto la prima pandemia nell’era del social network: se le tecnologie digitali hanno probabilmente aiutato a superare il periodo di confinamento, sia dal punto di vista lavorativo che affettivo, è anche indubbio che abbiano portato a una circolazione di disinformazione su più livelli. Teorie del complotto delle più varie, dal Covid arma biologica al 5G causa della pandemia passando per 50 sfumature di cospirazionismo, ma anche informazioni inesatte e incomplete sull’andamento della pandemia, le possibilità di contagio, possibili trattamenti. “Un accesso equo a informazioni sanitarie affidabili è fondamentale per mantenere le persone al sicuro e informate durante la pandemia”, ha affermato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms che per riferirsi alla rapida diffusione della disinformazione ha persino coniato un termine: “infodemia”. Cattiva informazione che può portare le persone, e ancora peggio i decisori politici, a prendere le decisioni sbagliate, mettendo a rischio la salute propria e degli altri. Riducendo la fiducia verso le autorità sanitarie che “non ce lo dicono”, anche se qui è difficile separare la causa dall’effetto dal momento che diversi studi mostrano come le bufale si diffondano proprio dove c’è scarsa fiducia verso le istituzioni scientifiche e politiche.
Ma fiducia e autorevolezza non sono cose che si costruiscono in pochi mesi e del resto non si può dare la colpa esclusivamente a complottisti e negazionisti, quando spesso sono gli esperti stessi a evitare il dialogo e il confronto con la società o, per vanità mediatica, a fare reboanti dichiarazioni con poca sostanza.
Non resta che lavorare sulla buona informazione, con la speranza che per una volta la moneta buona scacci quella cattiva. E in questo l’Oms ha pensato di rivolgersi a chi dell’informazione libera e affidabile ha fatto la propria missione: Wikimedia, la fondazione che si occupa di amministrare l’enciclopedia libera Wikipedia e gli altri progetti collaborativi a essa collegati.
I numeri confermato l’opportunità di questa collaborazione. Wikipedia è uno dei primi dieci siti al mondo ed è anche una delle fonti di informazioni sulla salute più visualizzate. Esistono già oltre cinquemila articoli sul Covid-19, ai quali hanno lavorato oltre 80mila autori – ricordiamo che chiunque può modificare una voce di Wikipedia –, con una media di 120 correzioni all’ora. La pagina dedicata alla pandemia, disponibile in 139 lingue, ha totalizzato oltre 80 milioni di visualizzazioni, numero che supera i 500 milioni se consideriamo anche le altre voci dedicate alla pandemia.
In cosa consiste la collaborazione tra Wikimedia e Oms? Il primo passo è rendere disponibili informazioni attendibili sulla salute pubblica sotto la licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike. In pratica chiunque potrà diffondere e modificare (ad esempio tradurre) infografie, video e altre risorse dell’Oms tramite Wikimedia Commons, una libreria digitale gratuita di immagini e altri contenuti multimediali. Tutto disponibile senza doversi scontrare con le limitazioni del diritto d’autore.
Al momento troviamo solo le schede di ‘debunking’ di alcune bufale; nei prossimi mesi non solo verrà caricato altro materiale già realizzato ma, in dialogo con gli utenti di Wikipedia, si cercherà di capire quali contenuti servono per una corretta informazione.