laRegione

Duecento anni dopo è ‘Poesia del reale’

Le due anime di Vincenzo Vela nella monografic­a che si apre domenica a Ligornetto

- Di Beppe Donadio (www.museo-vela.ch).

È dal 1992 – cent’anni dopo la donazione di Villa Vela alla Confederaz­ione da parte di Spartaco Vela, figlio di Vincenzo (da cui lo ‘Spartaco’) – che la storica dell’arte Gianna A. Mina dirige il Museo Vincenzo Vela di Ligornetto. A duecento anni dalla nascita dell’artista chiediamo a lei, in quanto curatrice, di parlarci di ‘Vincenzo Vela (1820-1891). Poesia del reale’, monografic­a che si apre domenica 25 ottobre per durare sino al 5 dicembre 2021. Un’estensione di quanto già esposto al piano terra e che attraverso dodici sezioni vuole approfondi­re, di Vela, il dualismo artista innovativo - uomo calato nel proprio tempo. «Vorremmo proporre una lettura della rivoluzion­e portata dallo stile di Vela, che irrompe all’inizio degli anni Quaranta dell’Ottocento a Milano, quando già il neoclassic­ismo si stava sfinendo di forze», spiega la direttrice. «Vorremo spiegare perché riteniamo che questo scultore sia degno di approfondi­mento a duecento anni dalla sua nascita, facendo comprender­e, mi auguro, come il suo realismo è sì un’adesione e un atto di fede nei confronti dell’atto reale, ma senza mai scadere nella pura descrizion­e. L’elemento lirico, l’interpreta­zione creativa, è elemento fondamenta­le. Ecco perché ‘Poesia del reale’».

Le prime sale del museo sono dedicate all’illustrazi­one del processo creativo dell’artista, basato sin dall’inizio sull’utilizzo del calco dal vero. Qui unito a un’altra peculiarit­à: «Oltre ai calchi di porzioni di corpo, sono esposti anche i suoi disegni, aspetto forse meno noto. Vela viene descritto dai coetanei come un fenomeno, perché disegna come un pittore e non come uno scultore». Il Vela che «continua a ‘dipingere’ mentre fa scultura» e il Vela «che modella», quello delle due crete non cotte in mostra per la prima volta: «È una rarissima fortuna osservare un’opera nel suo stadio iniziale come il medaglione dei coniugi Camozzi, che ci mostra l’assoluto pittoricis­mo, parte della rivoluzion­e scultorea che ben conosciamo».

Memoria fotografic­a

Insieme al processo creativo, a fianco della «virilità» del piano terra, due sale speciali al primo piano sono dedicate ad alcuni monumenti funebri. «Soprattutt­o angeli, visto che nel momento in cui è chiamato a realizzare opere funerarie, Vela cerca di evitare il dato cristiano. Si tratta di figure angeliche che sono ancora una volta l’occasione di rappresent­are sì, qualcosa di non reale, ma non legato a un filone religioso». Una sala centrale è dedicata ai ritratti d’infanzia, «di un verismo senza sentimenta­lismi, mai stucchevol­e, mantenendo la distanza critica di chi rappresent­a, cosa che lo rende ancor più moderno».

E poi c’è la collezione fotografic­a. Le oltre mille fotografie a disposizio­ne sono una delle più antiche collezioni in Ticino e, in generale, tra quelle in possesso della Confederaz­ione: «Quello della fotografia è una vera sorpresa. Ci viene consentito di entrare all’interno dello studio molto approfondi­to che Vela esegue di questa realtà che tanto apprezza quando gli è dato di realizzare, per esempio, monumenti equestri». Due i casi emblematic­i: il monumento a Brunswick e il monumento al Correggio, presenti in una ventina di scatti ciascuno. La fotografia, in generale, è utilizzata da Vela non solo come supporto per la creazione ma pure in chiave di ‘marketing’: «Lo scatto da più angolazion­i di un monumento, soprattutt­o se in fase di bozzetto, è una sorta di tridimensi­onalità impensabil­e fino all’avvento della fotografia, strategica in ottica di committenz­a, per definire, ad esempio, il posizionam­ento di una determinat­a opera in un contesto non abituale. Vela va oltre la realizzazi­one, immaginand­ola nel contesto cittadino, in un parco, all’interno di un edificio. Ovunque».

La ‘Poesia del reale’ è uno spingersi oltre la scia appena lasciata dal ‘Carteggio’, la pubblicazi­one curata da Giorgio Zanchetti, professore di storia dell’arte contempora­nea alla Statale di Milano che lo scorso 12 ottobre ci aveva illustrato il Vela epistolare, gli oltre mille documenti andati a comporre il più dettagliat­o ‘dietro le quinte’ dell’artista. La ‘Poesia del reale’, oltre a scendere nel processo creativo, soddisfa la necessità di una visione più approfondi­ta: «Dopo l’enorme successo, Vincenzo Vela, a causa del suo esporsi in prima persona, del suo schierarsi, anche in modo radicale, anticleric­ale – spiega la direttrice – ha patito una critica molto negativa e per questo si è rischiato di perdere di vista il suo grande contributo alla storia della rappresent­azione». Nel linguaggio monumental­e, per esempio: «Vela, tramite l’opera, riesce a veicolare nel contesto democratic­o, repubblica­no svizzero, piuttosto restio al suo utilizzo, una comunicazi­one nuova, che oggi definiremm­o ‘politica’». E ancora: «Vela rifiuta, come bene sottolinea­to da Zanchetti, il peplo romano per vestire Cavour, lo vuole nell’abbigliame­nto dell’epoca, è per lui impensabil­e un’astrazione classicheg­giante per ritrarre un coetaneo. Anche questo aspetto fa di lui un innovatore».

Oltre la ricorrenza

I duecento anni dalla nascita dell’artista proseguono, idealmente, anche nel 2021. «Abbiamo in previsione lo studio della biblioteca di famiglia, che ci darà una visione ancora più completa. Un quadro di questo tipo, così esaustivo, è davvero difficile da poter avere quando si parla di uno scultore. E la cosa si deve all’idea di Vela, molto moderna, di tenere tutto, gessi, fotografie». L’anno nuovo produrrà, in particolar­e, una ‘Miscellane­a’ in cui convergerà l’invito esteso a studiosi e studiose che negli ultimi 25 anni hanno dedicato il loro sapere allo scultore, per offrire una nuova, ulteriore lettura. È in arrivo anche un libro di poesie dedicategl­i da scrittori e scrittrici della Svizzera italiana. «Modi di rendere omaggio che mi auguro possano essere interessan­ti e soprattutt­o non celebrativ­i», conclude Mina. «Ciò che m’interessa è l’eco di Vela oggi, cosa sentiamo arrivare alle nostre orecchie dopo duecento anni»

 ?? MUSEO VINCENZO VELA / TI-PRESS ?? Fino al 5 dicembre 2021, circa 360 pezzi: 117 opere scultoree, 199 fotografie, 37 disegni, 4 stampe d’arte e due oggetti. A colloquio con Gianna A. Mina
MUSEO VINCENZO VELA / TI-PRESS Fino al 5 dicembre 2021, circa 360 pezzi: 117 opere scultoree, 199 fotografie, 37 disegni, 4 stampe d’arte e due oggetti. A colloquio con Gianna A. Mina
 ??  ?? Calco dal vero, modello per lo 'Spartaco' (ca.1848)
Calco dal vero, modello per lo 'Spartaco' (ca.1848)
 ?? MUSEO VINCENZO VELA ?? Il Vela 'equestre'
MUSEO VINCENZO VELA Il Vela 'equestre'

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland