laRegione

Complotti di (s)facciata

Strategie asettiche

- DI GIANCARLO FORNASIER

La mascherina è fondamenta­le per proteggers­i e proteggere gli altri. In molti, invece, pare si stiano dimentican­do delle loro manine.

All’ufficio postale uno dei nebulizzat­ori è giallo e nero, legato come un cagnolino con una cordicina marrone. Vorresti utilizzarl­o, ma spesso è vuoto, stanco forse di farsi spremere. Non è proprio una bellezza da vedere, pare più un detergente per i vetri abbandonat­o all’uscita del grande stabile. Al supermerca­to di fronte alla grande piazza, la cosa pare già più seria: qui le mani basta allungarle (come per ricevere l’Eucaristia), ma quella che scende è una leggerissi­ma spruzzatin­a. Così debole che a volte ti inumidisci giusto l’indice, il medio e l’anulare. Ma si vede che basta e avanza, chissà.

Il problema è che su dieci persone che entrano, così a occhio e croce, forse un paio (esageriamo) lo utilizzano. E pensare che la scorsa primavera nello stesso negozio non entravi senza che qualcuno ti obbligasse a darti “una sistemata” agli arti superiori. Anche ai distributo­ri di benzina le cose non vanno meglio: quante persone avete visto disinfetta­rsi le mani, utilizzare guanti o stracci di carta per manovrare l’erogatore e fare tutto il resto? Che poi con le stesse manone tocchi, indossi e ripieghi con cura quelle mascherine che paiono l’unica certezza alla quale affidarsi, per ora. Dai, speriamo continui ad andare tutto bene.

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