Complottismo in evoluzione
È qui una delle grandi differenze tra QAnon e qualsiasi altra tesi cospirazionista. È una teoria partecipativa in continua trasformazione: si forma nel tempo e chiunque può contribuire a crearla.
QAnon non richiede di essere accettata nella sua totalità, poiché questa non esiste (almeno non ancora). Eventuali dubbi possono essere fugati rispondendosi da soli.
I tasselli vengono uniti un po’ alla volta, grazie a una lettura laterale dei fatti dove tutto è atto a dimostrare l’assunto iniziale, nonché l’unico su cui concordano all’unanimità: l’esistenza della Cabal. Il collettivo Wu Ming, che sul fenomeno ha realizzato un’attenta analisi, lo chiama “lo stile paranoico” e lo identifica come un bias cognitivo che fa sì che ogni avvenimento venga reinterpretato e rimodellato in funzione delle proprie convinzioni (è un riassunto molto stringato, il discorso è decisamente più complesso ed articolato). Donald Trump è buono. Jeffrey Epstein viene arrestato per una serie di crimini sessuali che coinvolgono minori; Donald Trump aveva legami con Epstein, quindi Donald Trump ha smascherato Epstein. Melania Trump viene immortalata mentre indossa un mantello un po’ eccentrico targato Zara; sei mesi dopo il fondatore di Zara Amancio Ortega annuncia le sue dimissioni dalla dirigenza della società che controlla Zara - e altri 53 marchi –, quindi Ortega è membro della Cabal. Su YouTube esiste un documentario intitolato L’Inizio di un nuovo mondo della durata complessiva di tre ore dove ogni prova fornita segue questo processo logico. La stessa cosa accade nel documentario Out of Shadow
(“solo” 1 ora e 17 minuti di video).
Q continua a disseminare briciole di pane per il web, cambia piattaforma (prima 8chan, poi
8kun), ma il movimento è ancora confinato, gli utenti continuano a impastare. La storia della Cabal diventa sempre più intricata.