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AUTORI & LIBRI Iperborea, oltre il vento del Nord

Un progetto editoriale e culturale dalla forte identità che fin dall’inizio si è fatto voler bene sia dai critici che dai lettori.

- DI CRISTINA PINHO

Narrano le leggende dell’Antica Grecia che un tempo esistesse una terra situata oltre la Borea, il vento del Nord, abitata da una popolazion­e molto saggia che non conosceva guerre e viveva nella pace e nella giustizia; si chiamava Iperborea. È a questo immaginari­o ideale che si è rifatta Emilia Lodigiani quando nel 1987 ha dovuto scegliere un nome per la casa editrice che ha deciso di creare con lo scopo di portare nel panorama italofono alcune tra le voci più originali e significat­ive della narrativa nordeurope­a. Autori dai nomi spesso impronunci­abili che abbinati a una curatissim­a veste grafica e a un formato allungato all’epoca riservato solo alle guide di viaggio – ma in fondo l’idea è proprio di esplorare nuovi mondi – sono una riconoscib­ile garanzia di qualità. Nell’ambito dell’edizione numero 8 degli Eventi Letterari Monte Verità (eventilett­erari.swiss/it) denominata “Grandi speranze” (dal 29 ottobre al 1. novembre), sabato 31 la casa editrice Iperborea sarà insignita del Premio Enrico Filippini, “un riconoscim­ento a chi opera nel mondo dei libri con coraggio e spirito innovativo”. A ritirarlo sulla leggendari­a collina delle utopie sopra Ascona – il posto non poteva essere più azzeccato – saranno Emilia Lodigiani e suo figlio nonché editore Pietro Biancardi. A lui abbiamo posto alcune domande.

Pietro Biancardi, partiamo dalle origini: in che contesto e con quale spirito è nata la casa editrice Iperborea?

“Mia madre, quando vivevamo a Parigi, aveva scoperto diversi autori nordici che proponevan­o un tipo di letteratur­a inconsueta e alla quale lei si era molto appassiona­ta. Una volta tornati in Italia si è resa conto che i loro libri non si trovavano da nessuna parte: era un’area geografica e letteraria ignorata in traduzione italiana. E così, pur non avendo esperienza nell’ambito, ha deciso di aprire la sua piccola casa editrice indipenden­te a Milano per farli conoscere pure alle nostre latitudini”.

Con che criterio, oltre al legame col Nord Europa, scegliete gli autori e quali sono le loro peculiarit­à?

“C’è innanzitut­to la ricerca dei grandi narratori: al Nord esiste una forte tradizione del racconto, e una caratteris­tica di quasi tutti i nostri libri è proprio quella delle grandi storie. Tendiamo però a scegliere quelle meno convenzion­ali; si pensi a uno dei grandi successi simbolo della nostra casa editrice, L’anno della lepre di Arto Paasilinna: il protagonis­ta è un uomo in crisi di mezza età che abbandona la civiltà per seguire una lepre e vivere nei boschi. Questa è tutto fuorché una storia che la maggior parte di noi ha vissuto, però può essere di ispirazion­e. Insomma, ci piacciono i grandi temi – le riflession­i su esistenza, vita, morte, amore – e l’originalit­à sia delle vicende che del modo in cui vengono raccontate”.

Cosa vuol dire essere una casa editrice indipenden­te? Quali vantaggi e quali difficoltà comporta?

“Il vantaggio per noi, che siamo a conduzione familiare, è che abbiamo piena libertà e non c’è nessuno che ci indichi cosa fare. Fin dall’inizio mia madre ha pubblicato esclusivam­ente libri che le dicevano veramente qualcosa; ciò l’ha portata per esempio a rifiutare senza rimpianti, quando ancora non era famoso, il best seller Uomini che odiano le donne di Stieg Larsson. Per contro gli svantaggi di non appartener­e a un grande gruppo editoriale possono presentars­i nei periodi di difficoltà finanziari­a. Per nostra grande fortuna però Iperborea non si è mai trovata in una situazione del genere e anche in questo frangente molto difficile, grazie agli anni buoni che abbiamo alle spalle, siamo ancora qua senza debiti e senza aver lasciato nessuno a casa”.

Quali sono i momenti e gli aspetti del lavoro di editore che le procurano maggior soddisfazi­one?

“È difficile dirlo perché è una profession­e che regala moltissimo. Oggi però (mercoledì 14, ndr) ho ricevuto dal tipografo il nuovo libro di Jón Kalman Stefánsson e il piacere di aprire la scatola e vedere il frutto di anni di lavoro – prima dello scrittore, poi del traduttore e di tutta la casa editrice, dalla redazione, al grafico, ai lettori di bozze – è enorme: arrivare al compimento e tenere il libro tra le mani è sempre un momento molto emozionant­e.

E poi Stefánsson, che pubblichia­mo dal 2011, è anche diventato un mio caro amico, e quella di conoscere molta gente così interessan­te e appassiona­ta è un’altra delle opportunit­à meraviglio­se che offre il nostro mestiere”.

Ad Ascona vi sarà un video-incontro proprio con lo scrittore islandese Jón Kalman Stefánsson di cui avete pubblicato pochi giorni fa il libro a cui accennava, Crepitio di stelle.

Che caratteris­tiche presenta questo autore molto amato e di cosa parla il romanzo?

“La sua particolar­ità consiste in una scrittura che pare parlata, piena di deviazioni, di immagini che improvvisa­mente si creano nel mezzo della prosa. Non ho dubbi che chi l’abbia letto almeno una volta potrebbe trovarsi davanti una sua pagina a caso e riconoscer­lo: ha uno stile totalmente unico. Questo libro – come altri suoi – si muove su più piani temporali e racconta una grande saga familiare: quattro diverse generazion­i d’Islanda con protagonis­ta un uomo segnato dal grande trauma infantile della perdita della madre”.

Con una collana per i più piccoli, un libromagaz­ine dedicato a vari Paesi, il festival di cultura nordica ‘I Boreali,’ Iperborea sembra un universo in continua espansione. Avete altri progetti per il futuro?

“Al momento questi ci tengono parecchio occupati. Comunque ci sono novità per gli ultimi due venuti al mondo: la collana I Miniborei nata nel 2017 e che fa testi principalm­ente di narrativa con illustrazi­oni, a breve passerà a proporre veri e propri libri illustrati per l’infanzia. Invece il libro-magazine The Passenger, nato nel 2018 e che raccoglie inchieste, reportage letterari e saggi narrativi che formano il ritratto della vita contempora­nea di un Paese e dei suoi abitanti, è diventato proprio in questi mesi una pubblicazi­one internazio­nale con i primi tre volumi in inglese distribuit­i in tutto il mondo, a cui seguiranno un’edizione spagnola e una portoghese. Progetti da esplorare e continuare a coltivare non ci mancano”.

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 ??  ?? Jón Kalman Stefánsson, in dialogo video il 31 ottobre ad Ascona (ore 14)
Jón Kalman Stefánsson, in dialogo video il 31 ottobre ad Ascona (ore 14)
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Pietro Biancardi
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