Quale monumento per Alfonsina Storni
L’erezione di un monumento in bronzo sulla piazza di Sala Capriasca alla memoria di Alfonsina Storni, famosa e amatissima poetessa argentina di origini capriaschesi, meriterebbe più attenzione mediatica e coinvolgimento dei cittadini dell’antica pieve. Perché non un più democratico concorso di idee? La Storni fu anzitutto poetessa e non troppo sbrigativamente “suicida” così come qualcuno sarebbe tentato di ricordarla! Già denigrata in vita dalle frange più reazionarie e conservatrici del “machismo” ispanico e sudamericano, si vorrebbe forse, oggi, sminuire il valore dei suoi scritti e del suo impegno civile a favore dei diritti delle donne, ritraendola nel fatale momento del suo annegamento nel Mar del Plata? Quale esempio per l’intera cittadinanza, quale insegnamento morale per le future generazioni? No! Non si ha il diritto di commemorare una grande poetessa come Alfonsina esaltandone la morte: un gesto disperato seppur cosciente, un momento di estremo sconforto causato da un male incurabile, da un destino segnato dalle tante umiliazioni subite. Sono nipote di una nonna argentina di origini bleniesi, che ha vissuto la guerra del ’14-18, sofferto dodici gravidanze, contratto le febbri tifoidi, visto morire di fame e di stenti sei figli ancora in tenera età. Mai e poi mai vorrei ricordarla con un monumento sul letto di morte nel momento dell’estremo trapasso!