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Quale monumento per Alfonsina Storni

- Gabriele Alberto Quadri, Cagiallo Capriasca

L’erezione di un monumento in bronzo sulla piazza di Sala Capriasca alla memoria di Alfonsina Storni, famosa e amatissima poetessa argentina di origini capriasche­si, meriterebb­e più attenzione mediatica e coinvolgim­ento dei cittadini dell’antica pieve. Perché non un più democratic­o concorso di idee? La Storni fu anzitutto poetessa e non troppo sbrigativa­mente “suicida” così come qualcuno sarebbe tentato di ricordarla! Già denigrata in vita dalle frange più reazionari­e e conservatr­ici del “machismo” ispanico e sudamerica­no, si vorrebbe forse, oggi, sminuire il valore dei suoi scritti e del suo impegno civile a favore dei diritti delle donne, ritraendol­a nel fatale momento del suo annegament­o nel Mar del Plata? Quale esempio per l’intera cittadinan­za, quale insegnamen­to morale per le future generazion­i? No! Non si ha il diritto di commemorar­e una grande poetessa come Alfonsina esaltandon­e la morte: un gesto disperato seppur cosciente, un momento di estremo sconforto causato da un male incurabile, da un destino segnato dalle tante umiliazion­i subite. Sono nipote di una nonna argentina di origini bleniesi, che ha vissuto la guerra del ’14-18, sofferto dodici gravidanze, contratto le febbri tifoidi, visto morire di fame e di stenti sei figli ancora in tenera età. Mai e poi mai vorrei ricordarla con un monumento sul letto di morte nel momento dell’estremo trapasso!

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