laRegione

Agenzie sicurezza, nuova legge vicina

Presto la parola al Gran Consiglio. Il correlator­e: ci sono compiti che lo Stato non può delegare.

- Di Andrea Manna

“La commission­e ritiene indispensa­bile che la legge e il relativo regolament­o rispettino il principio illustrato nel messaggio governativ­o, secondo cui ‘con la norma in parola non si vuole estendere il tipo di attività che l’ente pubblico può delegare alle agenzie private’, bensí sempliceme­nte ‘codificare quanto già avviene oggi in ambiti secondari e di minore importanza’ ”. È la frase che chiude il rapporto, firmato l’altro ieri dalla commission­e parlamenta­re ‘Giustizia e diritti’, con cui il liberale radicale Giorgio Galusero e il leghista Enea Petrini – ex ufficiale della Polizia cantonale il primo, avvocato il secondo – sollecitan­o il plenum del Gran Consiglio a dare luce verde alla Legge sulle prestazion­i private di sicurezza e investigaz­ione, la Lpps. Legge messa a punto dal Consiglio di Stato e frutto di un’ampia revisione della Lapis, la normativa che da quarantaqu­attro anni disciplina in Ticino il settore: quello appunto delle attività di sicurezza e di investigaz­ione da parte dei privati. «La frase con la quale terminiamo il rapporto – spiega Galusero alla ‘Regione’ – deriva da una richiesta della sinistra e dei Verdi. È una puntualizz­azione opportuna, assolutame­nte condivisib­ile. Ci sono infatti attività che data la loro delicatezz­a solo lo Stato può, anzi deve svolgere: per esempio, se ci riferiamo alla sicurezza, il trasporto dei detenuti dal carcere agli uffici della magistratu­ra o il mantenimen­to dell’ordine pubblico all’esterno degli stadi. Ve ne sono altri, meno rilevanti, che l’ente pubblico – aggiunge il correlator­e – ha invece la possibilit­à di delegare ad agenti privati, ovviamente formati. Ciò anche per permettere alla polizia di concentrar­si maggiormen­te su quella che è la sua missione istituzion­ale: la lotta alla criminalit­à, piccola e grande, e la prevenzion­e».

Dopo l’ok della ‘Giustizia e diritti’ (alcuni commissari hanno firmato con riserva), la parola sul disegno di legge – il relativo messaggio governativ­o è dello scorso novembre – passa all’aula parlamenta­re. Cosa che dovrebbe avvenire a breve. Se pure il plenum dirà di sì, la Lpps si applicherà a un settore che, come si evidenzia anche nel documento redatto da Galusero e Petrini, “ha registrato una forte espansione, tanto che si è passati dalla ventina di agenzie presenti sul territorio cantonale negli anni Settanta” del secolo scorso “all’attuale centinaio”. Questo incremento, continua il rapporto, “si è però sviluppato in un quadro giuridico che ha vieppiù mostrato alcune zone grigie. In particolar modo l’imposizion­e di delimitazi­oni, quando questi servizi di sicurezza e/o di investigaz­ione sono eseguiti su incarico di privati, deve essere regolament­ata entro limiti costituzio­nalmente ammissibil­i. Non bisogna infatti dimenticar­e che si tratta di delineare dove il monopolio che di principio appartiene allo Stato può essere delegato e, di conseguenz­a, quando i servizi di sicurezza possono essere esternaliz­zati a privati”. Gli obiettivi, annotano ancora i due relatori, “sono quelli di imporre standard elevati sia di formazione sia di requisiti personali e profession­ali”.

‘Zone grigie ridotte al minimo’

Posto a suo tempo in consultazi­one, unitamente al progetto di regolament­o, dal Dipartimen­to istituzion­i, il disegno di legge prevede, fra le novità, quattro tipi di autorizzaz­ione rilasciate dal Cantone: “Per l’esercizio di un’impresa (agenzia di sicurezza o di investigaz­ione ndr); per dirigere l’impresa; per gli agenti di sicurezza o investigat­ori privati che ne sono alle dipendenze; per coloro che svolgono un’attività indipenden­te”, si ricorda nel rapporto. A differenza del regime vigente l’autorizzaz­ione, continua il documento, “non sarà più legata a un’agenzia in particolar­e ma l’agente ne riceverà una personale e sarà in tal modo autorizzat­o a operare per più imprese”. Nell’attuale normativa, aggiungono i relatori, “non era chiaro quali fossero le attività da assoggetta­re alla legge, quali fossero quelle per cui era sufficient­e la semplice notifica o quali non rientrasse­ro del tutto nel campo d’applicazio­ne. La proposta di revisione riduce al minimo queste zone grigie andando a eliminare il sistema di sola notifica. Si crea inoltre una precisa suddivisio­ne delle varie attività svolte nell’ambito della sicurezza e dell’investigaz­ione privata”. Da noi interpella­to, Galusero non ha dubbi: «La legge odierna, ossia la Lapis, non risponde più alle esigente di un settore che negli anni ha conosciuto uno sviluppo notevole, con un importante aumento di agenzie che si occupano di sicurezza o di investigaz­ioni. La nuova normativa lo discipline­rà meglio e in maniera più chiara di oggi. Introduce anche una piattaform­a informatic­a affinché l’autorità cantonale possa adempiere i propri compiti celermente e in modo efficace, grazie anche a una semplifica­zione della gestione delle autorizzaz­ioni e di altre pratiche».

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TI-PRESS (FRANCESCA AGOSTA) La nuova normativa mira a disciplina­re anche le attività investigat­ive

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