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Il Quartiere Officine dimentica quanto c’è

- Di Riccardo Cremonini, consulente

Ho visitato con interesse la bella e curata presentazi­one delle visioni per il futuro ‘comparto Officine Ffs’ di Bellinzona. Tanto si è discusso e ancor più si discuterà. Esprimo alcune brevi e personali riflession­i. A guardar bene, tutti i progetti presentati (...)

(...) sono simili, per non dire uguali. Il progetto scelto colpisce per la dominanza del colore verde. Si addice molto di più alla realtà di Milano. La Cattedrale resta nascosta dai palazzi adiacenti, tutti da edificare, e dalla serie di quelli vetusti, i quali, affacciand­osi su via San Gottardo, precludono pure gli accessi alla Smart City. La chiamano così. Giardinett­i grandi come campi da tennis vengono definiti ‘parchi’. Palazzotti spalmati su tutta l’area, con la presunzion­e che verranno riempiti dalle più disparate attività, oltre che da centinaia di nuovi appartamen­ti. E alla sera tutti sui tetti ad accudire gli orti per l’auto-sostentame­nto. Mi sembrano criteri pianificat­ori dei tempi che furono, abbelliti da slogan. Auto-sostenibil­ità energetica e addirittur­a agricola. Il verde sui tetti non lo vede nessuno. E non serve a nessuno. Linee guida e parametri dati agli studi di architettu­ra che hanno presentato i progetti sono chiari. Stile anni 50. Cambiare? Edificare in verticale, più in alto, meno edifici? I dati demografic­i e l’evidente ‘bolla immobiliar­e’ devono far riflettere e frenare queste speculazio­ni. Giovano unicamente ai grandi investitor­i, molto grandi, a scapito dei piccoli e medi proprietar­i e imprendito­ri locali. Servono consapevol­ezza della realtà e visione futura coerente, lungimiran­te e originale. E anche un po’ fantascien­tifica. Perché prendere esempio da Milano? Mai pensato a Singapore? Dubai?

Tutti vorrebbero i parchi con ruscelli e laghetti. Questa grande occasione è da cogliere. Un colpo di spugna alle ideologie antiquate. Il comparto Ffs si presta ottimament­e per avere una città verde, moderna e originale. Due grattaciel­i in un enorme parco con lago, piuttosto che trenta palazzotti circondati da giardinett­i insignific­anti e magari inaccessib­ili. Rifare il Pr, e allora? Che si rifaccia, per tutta la città. Ma dov’è il Masterplan della Città? Questo è il nocciolo della questione. Il futuro del comparto Ffs dev’essere considerat­o nel quadro del Masterplan cittadino, e non può essere giudicato a sé stante. L’idea proposta è di fare una città nella città, ma non siamo a Milano o a Berlino. Il sedime oggetto della progettazi­one è parte della città. Una piccola parte complement­are, aggiuntiva e a sostegno della grande superficie esistente. Le valutazion­i espresse non tengono conto di tutto quanto ci sta attorno. E di tutto quanto si è già deciso di costruire attorno. Questo è grave. Andiamo avanti a pasticciar­e? Comunque sia, il futuro Ospedale regionale previsto nel parco della Saleggina, l’ampliament­o del Liceo, le nuove scuole elementari e medie, gli uffici governativ­i attualment­e disseminat­i ovunque come gli uffici dell’amministra­zione cittadina, o altro d’interesse pubblico, troverebbe­ro finalmente la loro giusta collocazio­ne. Ma no, qui fa più effetto la produzione verticale degli ortaggi.

La posta in gioco è alta, non sprechiamo le carte. Bisogna osare e proporre innovazion­i originali. Altrimenti lasciamo le Officine dove si trovano e basta. Forse è tardi, purtroppo.

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