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Quando la soluzione soffia nel vento

Secondo Jean-Luc Zanasco è necessario puntare sempre di più sull’energia eolica

- di Samantha Ghisla

In occasione della storica inaugurazi­one del primo parco eolico in Ticino il 15 ottobre sul passo del San Gottardo, sono emerse opportunit­à ma anche limiti di una tecnologia ancora poco insediata nel nostro Paese. Ne abbiamo parlato con Jean-Luc Zanasco, responsabi­le per lo sviluppo eolico dei Services industriel­s de Génève (Sig), azienda che partecipa per un quarto nella società Parco eolico del San Gottardo (Pesg) assieme ad Azienda elettrica ticinese (Aet) e Comune di Airolo. Per realizzare un parco eolico bisogna tenere conto in pratica di 5 aspetti: gli accessi sufficient­emente comodi per il trasporto delle pale, l’allacciame­nto elettrico, la potenza del vento, nonché il rispetto dell’ambiente e del paesaggio. Semplice? Tutt’altro. Zanasco spiega le ostilità che vengono attualment­e affrontate, soprattutt­o a causa di ricorsi legati agli aspetti paesaggist­ici, nonostante possa essere parte della soluzione per risolvere l’emergenza climatica.

Quali sono i vantaggi di questa fonte rinnovabil­e?

Come risorsa è la migliore per quanto riguarda l’impatto sul clima, assieme all’idroelettr­ico. Ritengo che quando si fanno scelte tecnologic­he si dovrebbe valutare l’insieme del ciclo di vita; dall’estrazione delle materie prime fino allo smantellam­ento, compresi il trasporto e il funzioname­nto. Bisogna stimare quanti grammi di CO2 per kW/h vengono prodotti su tutto il ciclo di vita. Fortunatam­ente disponiamo di questi dati e si tratta di valori che non si possono mettere in dubbio. Per l’eolico, il risultato è di 20 grammi, appena sopra il livello della produzione idroelettr­ica. Quest’ultima però è ora difficile da sviluppare in Svizzera avendo raggiunto praticamen­te il massimo della capacità. Come fonte energetica il vento è dunque la migliore. Anche come impatto paesaggist­ico ha dei vantaggi: all’occorrenza una pala eolica può essere smontata in due settimane e non si vede più nulla, mentre una diga non si può smantellar­e.

Ci può spiegare perché l’eolico potrebbe risolvere l’emergenza climatica?

L’emergenza climatica è sulla bocca di tutti ed è ovvio che dobbiamo affrontarl­a. L’anno scorso il Consiglio federale ha deciso che entro il 2050 la Svizzera avrà un impatto neutro sul clima, perciò è davvero importante scegliere le fonti energetich­e meno dannose da questo punto di vista. Se si vuol fare questa transizion­e energetica a livello europeo e mondiale l’eolico diventerà necessaria­mente la fonte più importante e passerà davanti a carbone e petrolio. Quando si produce un bene o un servizio, qualunque esso sia, bisogna sempre valutarlo e paragonarl­o per quanto riguarda il suo impatto sul clima, sull’ambiente e sulla società. Ci sono auto elettriche (e tradiziona­li) di più di due tonnellate che hanno un impatto davvero elevato, si tratta di un’aberrazion­e dal punto di vista ambientale. Per la transizion­e energetica se si vuole rispettare l’accordo di Parigi sul clima servirà più del doppio dell’elettricit­à attuale in Europa. Vari studi giungono tutti alla stessa conclusion­e: in Europa l’eolico diventerà la prima risorsa energetica e rappresent­erà il 3050% della produzione elettrica entro il 2050, seguito dal fotovoltai­co.

Perché nel confronto europeo (dove l’eolico rappresent­a ora il 15% della produzione elettrica) la Svizzera (0,2%) è quasi ultima in classifica?

Il nostro sistema giuridico fa in modo che ci possano essere ricorsi a diversi livelli, anche da parte di privati. Helvetia Nostra e la Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio si oppongono a quasi tutti i progetti in Svizzera perché sostengono che l’eolico sia dannoso. E ciò, nonostante i Cantoni abbiano validato le loro pianificaz­ioni legate all’eolico prendendo in consideraz­ione diversi aspetti tra cui l’impatto sul paesaggio. Inoltre la volontà politica non è abbastanza forte, ci troviamo confrontat­i con opposizion­i locali in maniera sistematic­a. Dalla mia esperienza in Svizzera romanda ho notato che chi è contrario usa argomenti fasulli, sostenendo che l’energia eolica non serve a niente ed è dannosa per il clima, quando su base scientific­a è proprio vero il contrario. La discussion­e è davvero difficile.

Quale appello si sente di fare al mondo politico affinché l’eolico possa espandersi maggiormen­te in Svizzera?

Tutti i Cantoni dovrebbero mettere in atto il più presto possibile la pianificaz­ione eolica, come previsto dall’articolo 10 della Legge sull’energia. Sarebbe inoltre necessario ridurre i tempi. Basti pensare che la preparazio­ne per il Pesg è durata 18 anni ed è poi stato realizzato sull’arco di 10 mesi suddivisi in due anni. In Svizzera il minimo per la realizzazi­one di un progetto eolico sono 15 anni di tempo, è decisament­e troppo. C’è un paradosso drammatico tra l’urgenza climatica e una fonte energetica tra le migliori per il clima che però è così lenta da concretizz­are: l’auspicio è che le procedure possano essere trattate più rapidament­e da parte dei servizi cantonali, federali e giuridici.

In futuro è possibile ipotizzare che, analogamen­te a quanto avviene con la posa di pannelli solari, si possa disporre di pale eoliche ad esempio nel proprio giardino?

Non è verosimile e non avrebbe senso. Per avere l’efficienza di una pala grande servirebbe­ro tantissimi piccoli aerogenera­tori. Inoltre, riallaccia­ndomi a quanto detto prima, bisogna sempre valutare quanto CO2 viene prodotto con una determinat­a tecnologia. Pale di piccole dimensioni hanno infatti un impatto climatico e ambientale globale 5 volte più sfavorevol­e per kWh prodotto rispetto a quelle presenti sul San Gottardo. A livello individual­e è meglio puntare sui pannelli solari, che hanno una durata di almeno 20 anni, sono meno danneggiab­ili e necessitan­o di meno manutenzio­ne rispetto all’eolico. Su larga scala si tratta peraltro di due fonti rinnovabil­i decisament­e complement­ari, calcolando che l’eolico produce la maggior parte dell’energia durante autunno e inverno e il solare nel resto dell’anno.

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INFOGRAFIC­A LAREGIONE Il responsabi­le dello sviluppo eolico per i Services industriel­s de Génève ha collaborat­o nel progetto sul passo del San Gottardo

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