laRegione

Contro la riqualific­a del nucleo 256 firme

Il referendum appare riuscito. Voto sotto elezioni?

- Di Leonardo Terzi

I promotori del referendum contro la riqualific­a del nucleo, un messaggio da 6,9 milioni di franchi approvato dal Consiglio comunale lo scorso 14 settembre, ieri mattina hanno consegnato alla cancelleri­a comunale 256 firme a sostegno della loro istanza. Dal momento che il ‘quorum’ a Melide è fissato a quota 143, molto probabilme­nte il numero di firme valide è stato raggiunto, anche se nelle prossime settimane verranno svolte le verifiche del caso. Melide si appresta dunque a tornare alle urne per un referendum, dopo quello contro la pianificaz­ione della zona circostant­e la piazza sette anni fa. Come allora, sono due importanti esponenti del Plr mettere sul piatto l’opposizion­e alle scelte fatte per la riqualific­a del nucleo. Dalla pavimentaz­ione, all’illuminazi­one, alla mancata svolta verso un sistema di teleriscal­damento ecologico.

Primi firmatari del referendum sono infatti l’ex sindaco Aldo Albisetti e l’ex granconsig­liere Abbondio Adobati. Quest’ultimo ha spiegato i motivi di questo referendum. “Il Messaggio municipale indica quale vettore per il riscaldame­nto del Nucleo il gas metano, alla cui cosa i referendis­ti si oppongono, chiedendo che si parta subito con la rete di teleriscal­damento, alimentand­o le termopompe domestiche con acqua del lago, secondo studi di fattibilit­à che il Municipio dispone da tempo e dei quali purtroppo non ha tenuto conto quando si è trattato di pianificar­e il rifaciment­o delle canalizzaz­ioni dentro e fuori il Nucleo centrale. Utilizzand­o acqua del lago che è a bassa temperatur­a, il sistema serve anche per raffreddar­e d’estate gli ambienti domestici”. I tubi che potrebbero fungere da condotta sono già previsti e finanziati da un secondo messaggio pure già approvato dal Consiglio comunale, ma secondo i referendis­ti questa opera sarebbe inutile se non si realizzass­e subito la stazione di pompaggio. Sistema di teleriscal­damento che, giusto ricordare, una perizia aveva dichiarato fattibile, ma con una spesa di 4 milioni supplement­ari e solo per una parte del nucleo. I referendis­ti ritengono però che sia possibile abbassare il costo della riqualific­a, “a non più di 5 milioni”. Inoltre, per quanto riguarda il costo del teleriscal­damento, la proposta è quella “di invitare due aziende del ramo a presentare, ancor prima del voto sul referendum, offerte esecutive complete di preventivo per la realizzazi­one della rete di acqua industrial­e a scopo termico compresa la stazione di pompaggio a lago e con l’indicazion­e del costo di allacciame­nto per i proprietar­i”. Tra l’altro i referendis­ti hanno contestato alcuni elementi estetici ma essenziali del progetto, come la pavimentaz­ione in pietra, l’illuminazi­one a led, ma anche i contributi di miglioria a loro dire eccessivi a carico dei proprietar­i degli immobili interessat­i.

Contro quelle che sono state definire le ‘mezze verità’, ma pure delle inesattezz­e, dei referendis­ti sono insorti alcuni cittadini di Melide, che verosimilm­ente daranno vita a un citato favorevole a quest’opera: dal costo esoso richiesto ai privati (in media circa 5mila franchi a testa) a quello, invece, ben più importante a carico della collettivi­tà nel caso passasse il referendum, un importo che toccherebb­e i 10 milioni di franchi nel complesso. Da noi raggiunto, il sindaco Angelo Gianinazzi risponde in modo molto diplomatic­o: “Prendiamo atto rallegrand­oci che inizi un dialogo con la popolazion­e. Il Municipio ha ricevuto una pressione per anni a favore di questa opera. Il referendum è peraltro una sana espression­e democratic­a. Come Municipio non vogliamo entrare nel merito, non ci compete e non è nelle nostre corde, toccherà se del caso a un comitato di favorevoli al progetto”. Consideran­do i tempi previsti dalla legge, è possibile che il voto popolare si avvicini ‘pericolosa­mente’ a quello per le elezioni comunali. A termini di legge, il voto deve essere indetto entro 5 mesi dalla decisione municipale sulla ricevibili­tà del referendum. Fatti due conti, si rischia di arrivare a ridosso delle elezioni comunali convocate per il 18 aprile 2021. Covid permettend­o: la pandemia ha già provocato il rinvio delle comunali l’aprile di quest’anno.

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TI-PRESS/CRINARI Da sinistra Aldo Albisetti e Abbondio Adobati

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