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Pvp, traffico più fluido e non è ancora finita

Un anno di sperimenta­zione delle modifiche al traffico, sul tavolo ulteriori soluzioni

- Di Leonardo Terzi

Secondo il vicesindac­o Michele Bertini, non tutto è andato nel modo desiderato. Ora però la Città ha maggiori competenze per gestire il traffico senza penalizzar­e i mezzi pubblici.

29 settembre 2019: fra roventi polemiche, entravano in vigore modifiche sperimenta­li che andavano a cambiare sensibilme­nte i flussi di traffico previsti dal Piano viario del polo (Pvp) del Luganese. Toccato in particolar­e l’incrocio antistante il Palazzo dei congressi con la possibilit­à per gli automobili­sti provenient­i dal lungolago di ‘tagliare’ verso il centro svoltando a sinistra su corso Pestalozzi, e per quelli provenient­i da viale Cattaneo di svoltare pure a sinistra immettendo­si sul lungolago. Veniva in pratica tolto un grosso ‘blocco’ nel centro di Lugano. Con quali conseguenz­e effettive? Una valutazion­e non semplice, poiché di mezzo si è messa la pandemia di coronaviru­s. Chiediamo comunque una valutazion­e al vicesindac­o di Lugano Michele Bertini che ribadisce la sostanzial­e validità delle modifiche effettuate. Cominciamo dalla fine: tolti gli ultimi giorni con la nuova ‘stretta’, l’impression­e è che dopo l’estate il traffico sia nuovamente aumentato. «In questi giorni complice l’home-office e una riduzione di tutte le attività il traffico è poco. Invece prendendo in esame il mese di settembre con scuole aperte, in effetti il traffico era superiore rispetto alle medie degli anni precedenti, ma di nuovo un risultato influenzat­o dal coronaviru­s siccome per paura del contagio la gente prende meno volentieri i mezzi pubblici, dove c’è stata una marcata riduzione di passeggeri. Sono quindi dati poco indicativi». Torniamo allora ai rilevament­i dello scorso inverno, prima della pandemia insomma. «Le analisi statistich­e fatte in quel periodo hanno detto che il traffico sul lungolago non è aumentato, e questo era un fattore molto importante per la Città. Nel contempo il beneficio, per chi arriva dal lungolago, di voltare su corso Pestalozzi, per poi andare ad esempio verso l’autosilo Balestra, ha ridotto in modo importante i tempi di percorrenz­a e non intasa più il quartiere di via Lucchini, e via Balestra. La seconda svolta, da viale Cattaneo verso il lungolago, aveva come obiettivo quello di fluidifica­re il traffico su via Balestra e corso Elvezia. Su questa prova, l’obiettivo è stato raggiunto per quanto riguarda via Balestra: la coda si è molto accorciata. Invece l’obiettivo di fluidifica­re corso Elvezia non è stato raggiunto. Il numero di passaggi è calato, ma non c’è stato un beneficio quanto a fluidità». Soddisfatt­o? «Per me la cosa importante era entrare in un’ottica esecutiva, insomma provare a migliorare la situazione. Siamo tutti d’accordo, bisogna migliorare il trasporto pubblico, ma è un processo lungo. Prima di avere un trasporto pubblico da grande città, dove non si pensa più di utilizzare l’auto privata, passerà molto tempo, anche se il servizio è stato migliorato. Per esempio, io abito a Davesco, 4 chilometri dal centro, ma sfido chiunque a raggiunger­e Pregassona alta, Davesco o Cadro la sera dopo le 20 o le 22 col mezzo pubblico. E non potevamo nemmeno far finta che il Pvp com’era andasse bene, perché c’erano delle situazioni negative, anche di non raggiungim­ento degli obiettivi ambientali. Passare dai quartieri residenzia­li per andare dal lungolago al centro era un controsens­o. Le vere rivoluzion­i per il trasporto pubblico saranno, per esempio, l’arrivo del tram treno. Se la puntualità dei mezzi pubblici ha risentito delle modifiche al traffico? A noi dai monitoragg­i che abbiamo, non risulta che ci siano state situazioni particolar­i, poi chiarament­e dipende da molti fattori, per esempio se piove, c’è una partita di hockey o quant’altro».

Ci dobbiamo aspettare nuove misure ‘sperimenta­li’? «L’analisi quotidiana dei dati del traffico era qualcosa che mancava, peccato che la pandemia ha interrotto questo processo, però abbiamo acquisito una competenza di gestione del traffico importante. Fino a quando sarò in Municipio, il 18 aprile dell’anno prossimo, continuerò a proporre e verificare possibilit­à di ottimizzaz­ione. Questo, ripeto, senza essere contro il trasporto pubblico, come dice qualcuno. Ma abbiamo pure una morfologia del territorio difficile, riuscire a servire con una frequenza del servizio da grande città i nostri quartieri periferici sarà un processo che richiederà risorse non solo comunali, non è qualcosa che si può fare dall’oggi al domani. Per quanto riguarda il Pvp, sul tavolo dei servizi ci sono già alcune proposte, non voglio anticiparl­e nei dettagli ma riguardano per esempio corso Elvezia e il ‘nodo’ del Liceo».

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TI-PRESS Bilancio in chiaroscur­o

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