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‘Ospedali, capacità presto superate’

Il monito del presidente della task force scientific­a. L’intero sistema è sotto pressione.

- di Stefano Guerra

«Rinviare gli interventi elettivi negli ospedali può avere senso, ma non risolve il problema. (...) Duecento letti supplement­ari di terapia intensiva ci fanno risparmiar­e, con i tassi attuali di crescita, 32 ore di tempo». Martin Ackermann lo ha ripetuto almeno tre volte ieri in una conferenza stampa a Berna: se vogliamo evitare un sovraccari­co delle strutture ospedalier­e, «dobbiamo abbattere la curva» dei contagi (9’207 quelli registrati ieri; 52 i decessi supplement­ari, 279 i nuovi ricoveri). Per il presidente della task force scientific­a della Confederaz­ione, ampliare la capacità di posti letto negli ospedali non servirà a granché se non si agisce a monte: togliendo ossigeno al virus, tagliandog­li le gambe prima che si metta a correre a più non posso. Adesso è dunque più che mai importante «ridurre i contatti», ha insistito Virginie Masserey dell’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp). Ognuno può fare la sua parte. Con piccole, solidali rinunce: non spostarsi se non strettamen­te necessario; evitare i luoghi affollati, gli assembrame­nti e le ore di punta; utilizzare la bicicletta; fare la spesa una sola volta alla settimana. O ancora rinunciand­o ad andare di porta in porta per Halloween, ha aggiunto la dottoressa Linda Nartey, medico cantonale bernese e membro del comitato dell’Associazio­ne dei medici cantonali. Anche i sette consiglier­i federali, in un video su Youtube, hanno lanciato un appello alla popolazion­e a rispettare le misure per arginare la diffusione del coronaviru­s.

Il numero di nuove ospedalizz­azioni è raddoppiat­o nell’ultima settimana. «Purtroppo le nostre previsioni si sono avverate», ha detto Ackermann. Mercoledì il Consiglio federale ha deciso nuove restrizion­i. Il loro impatto però potrà essere valutato soltanto tra un paio di settimane. Ma il rischio che le capacità degli ospedali siano superate già tra l’8 e il 18 novembre è «molto sostanzial­e», ha avvertito l’esperto. Ackermann non esclude quindi che si debba prima o poi arrivare a ulteriori chiusure sul piano nazionale. Negli ospedali intanto gli interventi non urgenti sono già stati massicciam­ente ridotti in vari cantoni. Lo stesso Ufsp incoraggia i cantoni a posticipar­li, ha detto Virginie Masserey. Si tratta di «un intervento massiccio nel nostro sistema sanitario», ha ammesso Ackermann. Ciò significa, ad esempio, che una persona malata di tumore deve aspettare prima di farsi operare. Sotto pressione cominciano a essere anche le strutture per le cure psichiatri­che. E negli studi medici sta diventando sempre più difficile trattare i pazienti Covid separatame­nte dagli altri, ha ricordato Linda Nartey. Anche il personale sanitario si ammala o finisce in quarantena, assenze che pesano sulla capacità di fornire cure di qualità. All’ospedale universita­rio di Zurigo 98 collaborat­ori si trovano in isolamento o in quarantena, ha riferito il ‘Tages-Anzeiger’. Nelle case anziani e di cura vallesane 213 collaborat­ori si sono ammalati nelle ultime settimane, nel canton Berna 133. Swissnoso, il Centro nazionale per la prevenzion­e delle infezioni, raccomanda di allentare le regole della quarantena in caso di carenza di personale. Anche l’Ufsp ammette che, in “situazioni estreme”, i collaborat­ori entrati in contatto con una persona malata di Covid possano continuare a lavorare, “fintanto che non presentano sintomi”. Nel canton Argovia persino i collaborat­ori di case per anziani e di cura risultati positivi al tampone possono essere richiamati in servizio, purché asintomati­ci, riferisce sempre il ‘Tagi’.

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KEYSTONE Qua e là scarseggia anche il personale, non solo i letti
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KEYSTONE Ackermann: dobbiamo abbattere la curva

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