Ambrì Piotta in attesa della luce verde per la ‘bolla’
Cereda: ‘Prima o poi era inevitabile che capitasse’
Se a Ginevra, Langnau e Zugo si attende di sapere se da precauzionale diventerà quarantena effettiva, alla Valascia questo provvedimento è già realtà da giovedì. Ciò che in Leventina ha anticipato di qualche giorno il primo break del campionato.
«Gira e rigira era probabile che prima o poi anche noi avremmo dovuto fare i conti direttamente con il coronavirus – racconta l’allenatore dell’Ambrì Piotta Luca Cereda –. Guardando alle cifre dei contagi, guardando a come sono cresciute in modo esponenziale un po’ dappertutto, era inevitabile che il virus facesse la sua comparsa anche su diverse piste. A noi è capitato subito prima della settimana di pausa e in fondo questo ci permette di non stravolgere troppo la nostra pianificazione, e soprattutto non ci costringe a rinviare troppe partite (per ora solo una quella spostata, ndr). La notizia della positività di Kostner e della conseguente decisione di mettere tutta la squadra in quarantena l’abbiamo appresa nella serata di giovedì. In sé non è stato proprio un fulmine a ciel sereno: la notte su giovedì Diego aveva ravvisato qualche sintomo, come una leggera febbre e di conseguenza, come da protocollo, anziché presentarsi all’allenamento si è sottoposto ai relativi controlli medici, e visto un po’ quello che sta succedendo sulle altre piste, e in particolare di quelle squadre con cui avevano giocato negli scorsi giorni, il sospetto che sarebbe toccato a noi il turno di doverci fermare c’era. E così, in effetti, è stato».
Dopo tanta teoria, anche per l’Ambrì Piotta è dunque arrivato il momento di attivare il ‘piano B’ (o ‘Q’, da quarantena): la tabella di marcia prevista per questa pausa è infatti stata rielaborata in funzione dell’evoluzione degli eventi. «Originariamente avevo previsto di concedere tre giorni di libero ai giocatori all’inizio di settimana prossima, congedo che adesso abbiamo anticipato a questi giorni visto che fino a domenica i giocatori non possono muoversi da casa. Poi domenica mattina la squadra si sottoporrà a un nuovo tampone di controllo e in base a quei risultati sapremo come regolarci nei giorni a seguire, e cioè se potremo tornare a lavorare sul ghiaccio tutti assieme nella ‘bolla’ o se ognuno dovrà lavorare per conto proprio a casa sua. La quarantena dei giocatori durerà fino giovedì 5 novembre; l’ufficio del medico cantonale ha per contro risolto che il provvedimento non dovesse essere esteso allo staff tecnico, valutando non sufficiente il contatto con i giocatori. Non che questo cambi di molto la situazione, visto che senza la possibilità di lavorare con il gruppo, anche noi siamo costretti a fermarci...».
‘Scenario solo remotamente immaginato fino a qualche settimana fa’
Che sarebbe stato un campionato all’insegna della flessibilità era risaputo un po’ da tutti e lo si era ripetuto giorno dopo giorno. Ma che un così gran numero di squadre sarebbero state confrontate nell’arco di pochi giorni, e di conseguenza che il calendario venisse ritoccato con tanta frequenza, forse in pochi se lo aspettavano. E tu? «Fino a qualche settimana fa in tutta franchezza non mi sarei aspettato che oggi ci si trovasse in una situazione simile. Allora lo scenario era assai diverso da quello che tutti noi abbiamo sotto gli occhi adesso. Adesso il numero di contagi in tutta la Svizzera è cresciuto notevolmente e quindi era quasi inevitabile che questi si ripercuotessero anche sul mondo dello sport. Siamo sportivi, certo, ma prima di tutto siamo e rimaniamo delle persone, con delle vite all’infuori delle piste, con una vita normale e tutto quel che ne consegue. In altre parole, quello che fino a qualche settimana fa sembrava solo una remota possibilità, oggi è diventato uno scenario reale, concreto. Va da sé che speravo e mi auguravo che l’evoluzione della situazione pandemica potesse seguire un corso più regolare e lineare, anziché esponenziale».