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C’era una volta il Gp di San Marino

La crisi economica lo ha messo in ginocchio, il Covid lo ha riportato in calendario

- Di Paolo Spalluto

Una volta lo chiamavano Gp di San Marino, si correva sul circuito del Santerno ed era in pratica una seconda competizio­ne su territorio italiano, in onore di una Ferrari e di tanti altri team che nella massima formula gravitavan­o. Imola è pure il tracciato della scomparsa di Senna in seguito all’incidente alla tragicamen­te famosa curva Tamburello. Poi, una crisi finanziari­a senza precedenti lo mise a rischio perché mancavano i soldi per gestire la messa a regime dei nuovi standard di sicurezza che la F1 e Ecclestone in particolar­e chiedevano. Ci voleva un’altra crisi, quella del coronaviru­s, per ridare finalmente una centralità ai tracciati europei e così in un solo anno in Italia dopo Monza e Mugello si corre appunto in terra imolese, anche se con un format molto compresso di soli due giorni tra prove libere, qualifiche e gara. La decisione degli organizzat­ori presa in coscienza dell’aggravarsi della situazione Covid-19 è di correre senza pubblico purtroppo, dopo ad esempio i 27’000 autorizzat­i di una settimana fa in Portogallo. In un Mondiale così compromess­o per tanti aspetti, comunque il tentativo di tenere in piedi la competizio­ne deve essere oggetto di plauso sincero. Approfitta­ndo della pausa inusuale per un venerdì, ieri Sauber ha ufficializ­zato che sia Raikkonen sia Giovinazzi resteranno nel team per la stagione 2021, con lo sponsor principale che ha voluto preservare il sedile del tarantino – per ragioni di continuità di marketing in primis – consideran­do Mick Schumacher “troppo Ferrari” e pertanto dirottato alla Haas. Per decisione di Vasseur andrà dunque in scena un concetto di continuità aziendale e di squadra che potrà giovare al team, specie dopo che il francese è stato rassicurat­o da Binotti sui progressi che il propulsore del cavallino farà nel 2021.

Red Bull e Renault, un po’ di maretta Nella prima Albon sente certamente di non essere completame­nte voluto dalla squadra, con Marko quale attore principale di un possibile allontanam­ento. Parimenti la Red Bull – che aveva pensato di tornare nel 2021 con motori Renault dopo il ritiro Honda ottenendo un diniego – ha interposto reclamo alla richiesta del team transalpin­o di far provare Alonso ad Abu Dhabi. Si attende una risposta della FIA in merito. Segnaliamo inoltre la presa di posizione di Toto Wolff che per il 2021 resterà team principal della Mercedes-Benz e questo per mettere fine alla ridda di spifferi – veri – sul suo passaggio nel 2022 alla Aston Martin di cui è socio.

Problemi diversi per McLaren e Haas

Le problemati­che economiche stanno attanaglia­ndo la McLaren, che nel settore delle supercar non ha risultati favorevoli economici e in cui Zak Brown non si comprende esattament­e come si voglia muovere, pur avendo portato a casa buona liquidità nel passaggio di Sainz alla Ferrari. La Haas dal canto suo ha spiegato di avere rilevato un problema di surriscald­amento del blocco sospension­e posteriore della monoposto, con una alterazion­e rilevante dell’angolo di incidenza del profilo aerodinami­co. Lo hanno affermato tutti in modo coeso, tanto che il problema è stato oggetto di una discussion­e direttamen­te con Ferrari che è il fornitore del pezzo e del sistema oggetto di criticità.

Infine il calendario 2021, che dovrebbe contenere 23 gare e che è stato pensato anche per cercare di dare una chance di recupero economico a tutto Circus, ma ora palesement­e in difficoltà rispetto all’attualità. Per il futuro presidente e amministra­tore delegato della Formula 1 Stefano Domenicali, imolese di nascita, un ulteriore rebus non semplice da gestire.

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La gara di Emilia-Romagna (a Imola non si correva da 14 anni) è la terza della stagione su territorio italiano

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